Valditara tenta la sua “marcia dei 40 mila” al liceo Virgilio di Roma, ma genitori e studenti non si lasciano dividere.
Solidali con tutte le occupazioni e mobilitazioni del mondo dell’istruzione e della ricerca che da tempo si battono contro repressione e guerra!
Condanniamo il tentativo di dividere gli studenti portato avanti dalla preside del liceo Virgilio, la quale per lunedì scorso ha organizzato una manifestazione in Piazza Santi Apostoli contro l’occupazione della scuola. Solo una trentina di persone si sono presentate al tentativo pubblico di criminalizzare dei giovani che esprimono il proprio dissenso contro un modello di guerra e repressione.
Gli studenti, infatti, hanno occupato la loro scuola lo scorso 29 novembre, rilanciando le parole d’ordine della lotta contro quello che è conosciuto come Ddl 1660, ovvero una norma liberticida che si pone in continuità con quelle emanate negli ultimi anni da governi di tutti i colori. Così come è stata rilanciata la lotta solidale e internazionalista con la resistenza palestinese, mentre il nostro governo sostiene e finanzia l’escalation sionista in tutto il Medio Oriente.
L’occupazione del Virgilio è avvenuta contemporaneamente all’occupazione di altre scuole, in concomitanza con la manifestazione nazionale del 30 novembre per rompere la catena che lega il nostro paese al genocidio dei palestinesi. E si inserisce in un lungo percorso di mobilitazione che coinvolge tutto il settore istruzione, università e ricerca dall’inizio dell’autunno.
La preside ha deciso di approfittare dell’occasione per tentare di incardinare la vita scolastica nella semplice erogazione di un servizio: gli studenti devono venire a scuola, seguire le lezioni, e tornarsene a casa. Le occupazioni sono illegali, perché interrompono questo servizio, e il preside-manager si sente di avere tutti i diritti di tacciare come criminali chi non vi si uniforma.
Gli studenti invece stanno facendo quello per cui la scuola li dovrebbe formare, ovvero esprimersi come cittadini che vogliono modellare il paese verso un futuro più giusto e democratico. È proprio nella conflittualità sociale, e nella capacità della politica di dare risposte agli interessi della maggioranza della popolazione, che si delinea una democrazia sostanziale.
La minoranza additata dalla preside, che a suo avviso costringe l’intera scuola a seguire i suoi diktat, si è mostrata essere non quella degli studenti che hanno occupato il 29 novembre, ma quella della sua manifestazione. Infatti, anche più di 300 genitori hanno firmato un documento a sostegno dei ragazzi, affermando che è la preside a non aprirsi al dialogo.
Condanniamo, dunque, anche il tentativo di sciacallaggio politico operato sulla vicenda dal ministro Valditara. Forse sperando che la manifestazione organizzata dalla preside divenisse la sua “marcia dei 40 mila“, e che come nel 1980 si potesse sfruttare lo slogan del “voler semplicemente tornare a lavorare” per frantumare un movimento più ampio, il ministro ha espresso la sua solidarietà alla dirigente scolastica.
La vera preoccupazione del ministro è la capacità che le giovani generazioni stanno mostrando nel collegare e generalizzare la loro protesta per una scuola diversa a quella per una società diversa. L’occupazione del Virgilio, come già detto, è avvenuta insieme ad altre occupazioni romane, ma si inserisce nella cornice delle mobilitazioni che hanno interessato tutto il comparto dell’istruzione superiore ed accademica.
La lotta procede da settimane, da Torino a Napoli, passando per lo sciopero del 15 novembre e il No Meloni Day. Ha visto mobilitarsi anche il mondo dei ricercatori, come è successo a Pisa, Padova, Milano, Napoli, e continuerà nei prossimi giorni, mostrando le criticità di un sistema di formazione che è diventato una gabbia, ed è utile solo a sfornare lavoratori e brevetti per le industrie militari.
Valditara, se vuole davvero salvaguardare un diritto costituzionale, come lui stesso ha detto, risponda dell’asservimento della scuola al privato, degli studenti uccisi dai PCTO, dei tagli, e non alimenti allarmismi su problemi di ordine pubblico inesistenti. Noi esprimiamo la massima solidarietà con tutte le scuole in occupazione, e lo faremo in tutte le mobilitazioni dei prossimi giorni, ribadendolo fino allo sciopero generale del 13 dicembre.
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