L’appello lanciato da Amnesty International contro il Ddl 1660 (diventato Ddl 1236) è stato raccolto ieri con manifestazioni che si sono svolte in diverse città italiane. La mobilitazione è stata rilanciata dalla rete “No Ddl 1660 – A pieno regime”.
Il testo, attualmente in discussione al Senato, prevede un ulteriore inasprimento delle leggi penali in materia di sicurezza pubblica e antiterrorismo, ampliando l’ambito delle sanzioni e criminalizzando forme di dissenso pacifico e di conflitto sociale e sindacale.
Tra gli aspetti più preoccupanti del provvedimento, emergono la trasformazione di alcune infrazioni amministrative in reati penali; pesanti condanne per i picchetti contro gli sfratti o i blocchi davanti alle fabbriche: il ricorso a misure preventive, come i fogli di via, anche in assenza di effettivi danni o comportamenti violenti; l’effetto deterrente che tali norme avrebbe sulla partecipazione a proteste pacifiche, mettendo così a rischio le libertà fondamentali di espressione e di riunione pacifica.
A Roma la manifestazione si è concentrata in piazza Sant’Andrea della Valle – nei pressi del Senato dove inizierà la discussione sulla legge – e dopo alcuni interventi si è trasformata in un corteo/fiaccolata che ha raggiunto Largo Arenula verso il ministero di Giustizia.
Manifestazioni si sono svolte anche a Napoli, Bologna, Asti, Bergamo, La Spezia, Reggio Emilia e Pesaro. Anche a Bologna il presidio convocato davanti alla Prefettura si è poi trasformato in un corteo che si è concluso in piazza Maggiore.
Nei prossimi giorni la denuncia della pericolosità per la democrazia di questo decreto, arriverà al Parlamento europeo di Strasburgo al quale verrà sollecitata una presa di posizione contro una legge che trasforma l’Italia in uno stato di polizia.
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