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Io spio, tu spii, essi spiano. La politica sotto ricatto

Deve essere stata decisamente “cicciosa” l’ audizione segreta del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano martedì di fronte al Copasir.

Sul tavolo c’erano ripetuti casi di spionaggio da parte dei servizi segreti italiani ma anche lo scontro in corso tra governo e magistratura.

Su quest’ultimo aspetto Mantovano ha accusato il Procuratore capo di Roma Lo Voi di aver commesso un reato gravissimo depositando un’informativa riservata ricevuta dall’Aisi, l’agenzia di intelligence per l’interno, agli atti di un’indagine a carico di due giornalisti del Domani, di fatto rendendola pubblica. Mantovano ha lasciato intendere che nei confronti di Lo Voi potrebbe essere presentato un esposto alla Procura di Perugia, competente sulle indagini a carico dei magistrati in servizio nella Capitale. Mantovano, come noto, è il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio che ha la delega per il controllo dei servizi segreti.

E’ superfluo sottolineare che il procuratore Lo Voi è finito nel mirino del governo per aver notificato al Tribunale dei Ministri l’indagine su Meloni, Nordio, Piantedosi e lo stesso Mantovano per il caso del “rilascio di Stato” del criminale libico Almasri.

La vicenda discussa al Copasir riguarda invece gli accertamenti svolti dall’Aisi su Gaetano Caputi, il capo di gabinetto di Giorgia Meloni. Caputi aveva denunciato per rivelazione di segreto i giornalisti del quotidiano Domani.

I magistrati che indagano su questo erano risaliti alle fonti utilizzate dai giornalisti e sono giunti ad alcune ricerche nelle banche dati svolte su Caputi da parte dei servizi.

Chiesta conferma al Dis, il Dipartimento per le informazioni per la sicurezza che coordina tutte le strutture dell’intelligence, la risposta era arrivata con nota “riservata” nella quale vengono descritti gli accessi. La nota era stata allegata dal procuratore Lo Voi al fascicolo e quindi a disposizione anche degli indagati, nonostante il divieto per legge di “estrarre copia” degli atti classificati consegnati all’autorità giudiziaria. Da qui la volontà del potente Sottosegretario Mantovano di denunciare il Procuratore di Roma Lo Voi.

Curiosamente emerge che la ricerca più lunga effettuata su Caputi, ( 57 minuti) era stata fatta praticamente da “fuoco amico” cioè da un funzionario dei servizi segreti che era stato candidato in Fratelli d’Italia nel 2013 ma non era stato eletto.

Il “caso Caputi” va così ad aggiungersi nell’elenco di scenari poco chiari che hanno origine nell’immensa mole di dossier allestiti (e in parte finiti poi sulla stampa) contro esponenti e ministri del governo di destra svelato dalla denuncia di Crosetto mesi fa con il dossieraggio emerso nel caso Striano-Laudati.

Ma sull’allegro spionaggio che ormai dilaga nel nostro paese, è venuta fuori anche un’altra rogna: lo spyware dell’azienda israeliana Paragon Solution che “qualcuno” avrebbe infilato nelle conversazioni whatsapp di sette cittadini italiani.

Di questi sette per ora sono noti solo i nomi di Luca Casarini dell’Ong Mediterranea e del direttore di Fanpage Francesco Cancellato. Entrambi decisamente invisi al governo di destra, il primo per le attività di soccorso dei migranti, il secondo per le inchieste del suo giornale sui neofascisti in Italia e i loro legami con la destra di governo.

Su questo caso di spionaggio il governo ha messo subito le mani avanti. In una nota diffusa da Palazzo Chigi, si legge che “in merito a quanto pubblicato da alcuni organi di stampa su presunte attività di spionaggio che avrebbero riguardato operatori dell’informazione, la Presidenza del Consiglio esclude che siano stati sottoposti a controllo da parte dell’intelligence, e quindi del Governo, i soggetti tutelati dalla legge 3 agosto 2007, n. 124 (Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto), compresi i giornalisti”.

Il governo dunque, dichiara di non avere nulla a che fare con la vicenda dopo le indiscrezioni uscite anche sulla stampa israeliana che avevano parlato dell’Italia tra i possibili clienti dell’azienda israeliana produttrice di sofwtare hacking. La cosa non è affatto improbabile, al contrario.

Il quotidiano britannico The Guardian riferisce che Paragon Solution ha interrotto i propri rapporti con l’Italia, rescindendo il contratto di compravendita, confermando così che il nostro Paesi è tra gli utilizzatori del software di spionaggio israeliano.

The Guardian ha appreso che l’azienda israeliana aveva sospeso il contratto con l’Italia “per estrema cautela” venerdì scorso, quando era emersa la prima accusa di potenziali abusi, mentre la rescissione è stata decisa mercoledì, dopo avere rilevato che l’Italia aveva violato i termini di servizio e il quadro etico previsti nel contratto.

Nel maggio 2024 è bene ricordare che con gli emendamenti presentati alla Camera dai deputati Orsini (FI), Gardini (FdI) e Rosato (Azione), Israele era stata re-inserita tra i paesi “che sono parte di accordi di collaborazione con l’Unione europea o con la Nato in materia di cybersicurezza, protezione delle informazioni classificate, ricerca ed innovazione”.

Mentre icapogruppo dForza Italia Gasparri, si è dimesso dalla Commissione Difesa del Senato dopo essere stato coinvolto nella Cyber Realm, una società di cybersicurezza controllata da un imprenditore israeliano, di cui è stato presidente con il compito di curare le relazioni istituzionali. Alla società Cyber Realm fa riferimento Arik Ben Haim, un ex dirigente dei servizi segreti israeliani. 

Qualche anno prima lo stesso Gasparri aveva attaccato la possibilità che Matteo Renzi affidasse il neonato dipartimento di cybersicurezza a Marco Carrai, un imprenditore-amico. Carrai, oggi console onorario di Israele a Firenze, era legato a personaggi di spicco della comunità israeliana, tra cui Jonathan Pacifici, imprenditore e membro della Wadi Venture, e Reuven Ulmaski, un ex agente dei servizi segreti israeliani e responsabile di alcune infrastrutture segrete di cybersicurezza.

Insomma, le commistioni tra la politica italiana e le aziende di cyberspionaggio israeliano sembrano piuttosto consolidate. Sarebbe utile scavare un pò più in profondità.

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