Si è tenuta a Bologna ieri 16 marzo la partecipata riunione nazionale che ha sancito la fondazione della “Rete antisionista e anticolonialista per la Palestina”.
La riunione si è tenuta sulla base del testo pubblicato anche su questo giornale ed è frutto del percorso che ha riunito diverse decine di realtà da tutta Italia a partire dalla grande assemblea del 9 novembre a Roma.
Con diverse tappe in questi mesi di boicottaggio, presidi ai comandi militari e la denuncia del sostegno politico-diplomatico del nostro paese al genocidio in Palestina, passando per la Manifestazione del 30 novembre e la seconda assemblea nazionale del 1° dicembre, si è verificata nel tempo la disponibilità di un ampio spettro di realtà a mobilitarsi e organizzarsi, dando una forma più definita al coordinamento.
Oltre a ribadire la lettura politica definita nella convocazione una prima parte della riunione è stata dedicata alla discussione del nome da darsi e si è optato per “Rete antisionista e anticolonialista per la Palestina”, significativamente, per ribadire l’attacco al sionismo e la chiara definizione della sua natura colonialista, confermata dal genocidio perpetrato a Gaza, da quanto sta avvenendo in Cisgiordania e dal pericoloso allargamento del conflitto che Israele continua a provocare e a portare avanti in tutto il Medioriente.
Viste le recenti evoluzioni nella politica internazionale, poi, è stato importante sottolineare molto chiaramente la necessità di legare alla mobilitazione per la Palestina l’opposizione al riarmo europeo, ai guerrafondai che lo sostengono e alla politica estera di Trump che, così come il sionismo, sono frutto della cultura colonialista occidentale che ha esportato guerre e crimini in tutto il mondo, e che purtroppo ancora una volta vede l’appoggio compatto di tutta la “classe dirigente” del nostro continente e dello “zio” statunitense.
In questo senso si è citata la manifestazione contro “l’effetto Serra che nuoce alla pace e porta alla guerra” di sabato 15 marzo a Roma in opposizione alla “sinistra con l’elmetto”, pronta a spendere miliardi per il riarmo sotto la bandiera UE, come un ottimo segnale i cui contenuti politici viaggiano in parallelo con il nostro percorso.
Nei prossimi giorni verrà prodotto un comunicato con gli appuntamenti concordati e quelli che si intende costruire per i prossimi mesi, ma le realtà partecipanti hanno nel frattempo confermato la volontà di continuare ad appoggiare e a promuovere dove possibile tutte le iniziative e le mobilitazioni in sostegno alla causa del popolo palestinese e alla sua resistenza nel nostro paese.
In questo senso i partecipanti hanno discusso di come approfondire il boicottaggio verso le aziende israeliane e quelle che collaborano con i sionisti, di voler costruire percorsi contro l’industria bellica, dare forma alla diffusa opposizione alla guerra e al genocidio nella popolazione.
Con questi propositi la riunione ha concluso aprendo una nuova fase di lavoro che vada a consolidare e dare corpo alla “Rete antisionista e anticolonialista per la Palestina”, radicandosi e coordinandosi nei territori e allargando le interlocuzioni e il dialogo con le varie altre realtà che si sono mobilitate e si mobilitano da più di un anno e mezzo. In questo senso è emersa anche la volontà di mantenere aperto il dialogo con i numerosi “osservatori” intervenuti alla riunione (fatto che già di per sé indica un buon segnale nella direzione indicata).
In sintesi, quella di domenica 16 a Bologna è stata una riunione concreta e riuscita, che ha visto la partecipazione nuovamente di decine e decine di realtà diverse, dalle associazioni ai partiti politici, sindacati e realtà territoriali e di lotta, determinate a rendere sempre più incisiva la solidarietà al popolo palestinese e l’opposizione alla guerra nel nostro paese.
Decisamente un inizio promettente per una primavera di lotta!
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Filippo Bianchetti
è una domanda,, non un commento: i gruppi dei palestinesi in Italia aderiscono? tutti?
Lo chiedo perché personalmente sono convinto che noi propal, anche se ciascuno ha le sue simpatie/antipatie, dobbiamo evitare di ingerirci della politica interna palestinese, perché con ciò contribuiremmo alla divisione politica dei palestinesi, principale scopo e successo di chi l vuole mettere gli uni contro gli altri. Oltretutto, secondo me che non conto nulla, tutta la responsabilità di quanto accade in Palestina è in capo solo a chi la opprime violentemente da molti decenni.
Redazione Contropiano
Il principio della non ingerenza è uno dei pilastri dell’internazionalismo. E infatti questa Rete identifica come problema il sionismo… siamo d’accordo con te.
giorgio casacchia
si può aderire alla Rete?
Redazione Roma
Contatta direttamente la Rete: ass.palestina9@gmail.com
Paola Prestigiacomo
👍
Mariella Valenti
all’interno della Rete possono farne parte le associazioni per la Palestina, ad esempio la nostra Ass. culturale Livorno Palestina?
Redazione Roma
Riteniamo che non ci siano problemi, contattate però direttamente la Rete: ass.palestina9@gmail.com
Eyas
quali sono le realtà palestinesi che aderiscono? perché qualcuno può pensare che qualcuno vuole semplicemente un posto per alzare una bandiera al costo di marciare con i collaborazionisti e escludere la sinistra palestinese
Redazione Contropiano
Come già detto, questa Rete rispetta il principio di non ingerenza nelle dinamiche di altri popoli, né presume di poter dire loro come dovrebbero lottare.
Individua nel sionismo colonialista il problema principale. Per rispondere alla domanda specifica, le associazioni palestinesi che aderiscono, per ora, sono: Coordinamento delle Comunità Palestinesi in Italia, Associazione Palestinesi in Italia, Movimento degli Studenti Palestinesi in Italia.
Anna Catavero
Palestina libera . e il mondo saràibero dal sionismo