Dopo oltre 1 anno di domiciliari, da ieri sera Nicoletta è di nuovo libera, che infondo libera lo è sempre stata anche se rinchiusa nelle mura della sua casa.
Questa la repressione nel nostro paese che tende a togliere gambe, testa e cuore ai movimenti che portano avanti una tenace opposizione sia alla devastazione dei territori che alla configurazione di un modello di società sempre più ingiusto ed escludente, provando ad isolare chi maggiormente si pone in prima linea.
Tutto questo è Nicoletta e per tale motivo ha subito negli anni un accanimento giudiziario violento, così come tutto il movimento No Tav.
Durante gli ultimi mesi vergognosi sono stati anche i tentativi di ostacolarla anche sul piano personale, limitando l’espressione più umana del dolore per la perdita del compagno di vita, Silvano, che ha lasciato un vuoto in tutte e tutti coloro che lo conoscevano.
“È l”ordine” violento che pratica la repressione (in tutte le sue gamme fisiche e psicologiche) come strumento di conservazione del sistema. In realtà l’esercizio della repressione indica non solo l’arbitrio, ma anche la debolezza del potere, il fatto che gli oppressi non si sono adattati alle proprie catene..”
Usiamo direttamente le sue parole per descrivere quanto ha subito ma anche tutta la fragilità del potere dinanzi a chi non si arrende.
Nicoletta libera, ora e sempre
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