L’altra sera, commentando su Facebook una puntata di Linea Notte in cui erano presenti Fabio Martini e Marcello Sorgi (editorialisti de La Stampa) con Rita Lofano (direttrice Agi) – i quali sostenevano senza vergogna tesi propagandistiche e giustificazioniste della macelleria israeliana chiamavo in causa la responsabilità non più solo morale ma di fatto“materiale“ di giornalisti e stampa di regime nel genocidio in corso a Gaza.
Un fenomeno diffuso non solo in Italia, per la verità ma in tutto l’Occidente euroatlantico. Una responsabilità che ormai va però estesa anche rispetto a quanto sta accadendo in Europa.
Con gli apparati di sicurezza che mettono in atto sistematicamente una repressione feroce e violenta di fronte ad ogni pur minima manifestazione di dissenso; mentre i servi con la tastiera “importante” aizzano, plaudono e continuano, come sordi replicanti, a parlare di “necessaria difesa democratica” da contrapporre alla “giungla dei governi autoritari” presenti in Russia, Iran, Venezuela, Cina.
Una giungla il cui scopo sarebbe quello di divorare l’Occidente e distruggere la nostra “meravigliosa” way of life. Di cui scarichiamo immancabilmente, dimentichiamo di dirlo, i costi sull’intero Sud del mondo, oltre che sugli ultimi di casa nostra.
Una responsabilità, quella di cui si scriveva più sopra, che chiaramente è altrettanto pesante rispetto a quanto è accaduto e sta accadendo oggi in Ucraina.
Dove la popolazione comincia forse a ribellarsi a Zelensky, con i nostri media – imbeccati dai centri del potere euroatlantico – che hanno già iniziato a riposizionarsi, avviando quell’indecoroso processo di revisione che li porterà probabilmente a fare dell’oscuro ex attore un tiranno, dopo averlo celebrato come eroe della democrazia, martire e candidato a Nobel per la Pace.
Sempre nel segno di quella presunta libertà che Gaber, con grandissima intelligenza artistica ed ironia, accusava di accordare, su impulso statunitense, tutte le chitarre: «Ognuno suona come vuole e tutti suonano come vuole la libertà».
Una libertà “americana” che come tale non c’è più, non esiste. Perché omologata, conformista, imposta. Come d’altronde la stessa democrazia.
Peraltro, la Von der Leyen ha dichiarato che in Ucraina va rispettato lo Stato di Diritto e perciò Zelensky deve chiarire sul fenomeno della corruzione dilagante e sulla legge finalizzata a mettere sotto il controllo del governo gli organi inquirenti in tal senso.
Non scherziamo. Mica siamo in Russia, sembra dire la virago presidente della Commissione Europea. La democrazia vince sempre. E i media allegramente rilanciano.
Se non fosse tragico, con centinaia di migliaia di morti sul campo di battaglia, sarebbe tutta da ridere.
Golpe, guerra civile in Donbass, nazisti al potere, cancellazione delle opposizioni, censura religiosa, guerra per procura, coscrizioni forzate… E l’Unione Europea riesce a parlare con il piglio solenne di chi enuncia verità assolute di Democrazia e Stato di Diritto solo per la corruzione…
Con gli immancabili media inginocchiati e complici che hanno fatto a gara, in questi tre anni, a chi la sparava più grossa sulle condizioni prossime al crollo della potenza russa. Dalle vanghe ai chip delle lavatrici. Dai soldati “senza calzini” ai muli.
Ad ogni buon conto, per tornare all’inizio e a due sere fa, giornalisti e stampa di regime sono, come dicevo, complici di fatto “materiali“ di due tragedie umane: Ucraina e Genocidio palestinese.
Tragedie davanti alle quali quelli che dovrei ritenere “colleghi” stanno letteralmente inzuppando il pane nel sangue delle vittime e divorando carne macellata di neonato (per parafrasare Artaud).
Ma è su Gaza che lo schifo ha raggiunto il suo acme. E se lo si era toccato già con altri figuri come Parenzo, Molinari, Mieli, Severgnini, Cazzullo, Senaldi, Cerasa, Lofano e altri (basta pescare a caso tra Repubblica, Corriere, Stampa, Libero, Foglio ecc ) oggi un passo ulteriore verso il baratro lo fanno Claudio Velardi e il suo indecente Riformista.
Velardi addirittura erige un monumento all’ignominia, non solo deontologica e giornalistica, ma principalmente nei confronti dello statuto etico e filosofico di persona umana.
Con il suo quasi invisibile giornale riesce comunque a suscitare raccapriccio, affermando che le immagini e le foto di bambini sventrati e disarticolati che ci giungono da Gaza sarebbero… artefatte. Frutto di un montaggio e di una strategia comunicativa orchestrata dai “terroristi di Hamas”.
Ci invita, attraverso un video in cui utilizza un tono strisciante, nientepopodimeno che a riflettere. Per poi, trovare addirittura l’ardire di scrivere che la strage per fame indotta da Israele sarebbe “inesistente”.
E quest’uomo, autentico scandalo etico, viene dal Pci. L’ennesimo frutto di un albero avvelenato purtroppo dalla lenta normalizzazione del conflitto capitale-lavoro e dalla compatibilità con le istituzioni borghesi. Un processo proseguito con Berlinguer e l’“ombrello della Nato“. I nodi vengono sempre al pettine.
Come ci auguriamo possa venire prima o poi al pettine il nodo di un giornalismo e di una stampa complice in questo assurdo, delirante, mostruoso genocidio e in queste inumane tragedie del XXI secolo.
Per loro, ovemai si ribaltassero le carte sul tavolo della Storia – e ci auguriamo sinceramente che si ribaltino, perché la misura è davvero colma – non merita giustificazioni.
Questa è gente dovrebbe quanto meno essere processata e condannata per apologia di crimini di guerra. Insieme ai loro capibastone politici (l’elenco italiano ed europeo è ovviamente chilometrico). Come a Norimberga.
Tuttavia, già andrebbe istituito una sorta di nuovo Tribunale Russell. Quello fondato per intenderci da Bertrand Russell e Jean-Paul Sartre nel novembre 1966, allo scopo di indagare i crimini commessi dall’esercito statunitense nella guerra del Vietnam.
Mandanti e mandatari, complici e carnefici, intellettuali, giornalisti e politici responsabili di quelle atrocità, andrebbero dunque posti sotto il giudizio di una Corte Penale Internazionale. Né più né meno come fu fatto con i nazisti.
Si tratta d’altronde di crimini contro l’umanità. Come e più di quelli imputati a Milosevic se non andiamo errati, ma da cui fu comunque assolto solo da morto in carcere. Di ogni infamia, prima o poi, bisogna renderne conto di fronte alla Storia e all’Umanità.
Se ancora un briciolo ce ne resta.
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Flavio Frontone
Beh non è che venire dal PCI sia una chissà quale referenza! E’ l’unico punto di questo buon articolo che mi ha lasciato un po’ perplesso. Questa gente è sempre stata prona ai voleri atlantisti, io purtroppo c’ero (purtroppo sottolinea la mia vetustà) e ricordo benissimo chi erano i veri comunisti! No, secondo me non serve dire che vengono dal PCI, anche D’Alema veniva da lì ed è stato quello che ha bombardato insieme alla Nato la Serbia.
Redazione Contropiano
“Sempre” no… c’è un inizio, e dei responsabili… Berlinguer ha sancito la fine di un percorso comunista.
Caterina Becciu
concordo pienamente…e comunque non è più solo vergogna ma ..ORRORE.questo schifo d’uomo andrebbe portato a Gaza di peso a toccare con mano