Sulla questione il governo Meloni ha deciso di giocare la carta della provocazione doppia: contro i manifestanti e contro la giunta Lepore. Oggi alle 17.30 in Piazza Azzarita, la vasta coalizione di forze sociali e politiche che ha indetto la manifestazione per contestare la partita tra la israeliana Maccabi e la Virtus, ha convocato una conferenza stampa per denunciare il pesante clima in città.

Nell’approssimarsi dell’appuntamento, infatti, il sindaco piddino aveva fiutato l’aria, in conseguenza delle dimensioni di massa assunte dalla protesta antisionista, e cambiato atteggiamento. “Come Sindaco della città voglio ribadire la mia forte preoccupazione per lo svolgimento della partita Virtus-Maccabi prevista al PalaDozza per il prossimo 21 novembre. Non ci sono le condizioni di ordine pubblico a mio avviso per gestire con serenità tale evento“.
“I rischi per l’incolumità dei cittadini, i negozi e la città sono altissimi. Apprendo oggi inoltre che si vuole pure addebitare una parte importante dei costi della gestione dell’ordine pubblico al Comune di Bologna, al momento stimati in quasi 200 mila euro, che includono quelli che si avranno probabilmente a seguito delle manifestazioni previste attorno alla partita in pieno centro storico e i costi per il fermo di vari cantieri pubblici. Trovo questa situazione totalmente inaccettabile e irrispettosa per la città di Bologna“.
“Dalla rete apprendiamo che saranno presenti a Bologna probabilmente almeno 5-10 mila manifestanti da tutta Italia e oltre. Immagino che le forze dell’ordine saranno mobilitate in modo straordinario a seguito della scelta del Viminale di giocare la partita in queste condizioni, nonostante le valutazioni e le richieste espresse dal Comune in sede di Comitato per l’ordine pubblico nei giorni scorsi. Siamo ancora in tempo per spostare la partita ad altra data e altro luogo. Chiedo al Ministro Piantedosi di ripensarci per il bene di tutti“.
A gettare benzina sul fuoco, chiedendo esplcitamente un intervento duramente repressivo da parte del governo, era stato poi Victor Fadlun, Presidente della Comunità Ebraica di Roma, la più grande d’Italia.
“Come presidente di un’importante comunità ebraica italiana, quella di Roma, sono sgomento e indignato per le parole del Sindaco di Bologna, Matteo Lepore, rafforzate oggi da quelle del Presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, per il quale poco importa garantire il tranquillo svolgimento della partita di basket Virtus-Maccabi, in quanto assistere a un evento sportivo non sarebbe un diritto costituzionale.
Sono allibito perché se la resa ai violenti, in questo caso ai Pro-Pal, diventasse un precedente, a Bologna come in altre città il ricatto dei facinorosi e dei delinquenti l’avrebbe vinta a tavolino nella partita con istituzioni arrendevoli o inette. Ma sono anche indignato, perché dietro queste preoccupazioni, che in altre occasioni non sono emerse, vedo ancora una volta all’opera il seme dell’odio e del pregiudizio antisemita. Bene ha fatto il ministro Piantedosi a ribadire che non possono essere i facinorosi a dettare l’agenda degli eventi pubblici e a rassicurare i cittadini sul fatto che la partita Virtus-Maccabi si può giocare“. Solite banalità da finte vittime responsabili di un genocidio ancora in atto…
L’incontro in Prefettura ha confermato la volontà governativa di cercare la violenza. “Ho rappresentato la mia contrarietà, ma mi è stato ribadito dal prefetto e dal ministero dell’Interno che ci sono le condizioni di ordine pubblico e rispetto dell’incolumità dei cittadini per poterla svolgere. Non posso che prenderne atto“, ha detto il sindaco Matteo Lepore. Le proteste “sono questione internazionale seria e grave, va gestita con la testa e non coi muscoli, il ministero ha deciso di gestirla coi muscoli e se ne assume le responsabilità“.
A chiudere per il momento ogni spazio di logica politica è arrivato così l’avvertimento del ministro dell’interno Piantedosi: “La partita tra Virtus Bologna e Maccabi per noi si gioca: ci sono le condizioni, con tutte le cautele. Se il sindaco ritiene non si debba giocare, potrebbe anche vietarla, un sindaco non è privo di poteri“. Ma chiarissimo il senso pro-sionista della sua azione: “Non possono essere gruppi di persone che minacciano con la violenza a dettare l’agenda degli eventi pubblici“.
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Cresce la mobilitazione, ma anche la tensione, a Bologna in vista della contestazione di venerdi 21 novembre alla partita di basket tra l’israeliana Maccabi e la squadra locale della Virtus. Il concentramento è confermato per le ore 18.00 in Piazza Maggiore.
Da giorni il Sindaco Lepore ha impostato la sua linea politica su “La partita va bene, il problema sono le contestazioni”, e lo ribadisce ancora sui giornali dicendo – bontà sua – che c’è libertà di manifestazione ma non vuole scontri. Gli fa eco il consigliere Mazzanti dicendo che con la partita all’Unipol Arena non ci sarebbero problemi.
Il PD e la Giunta di questa città hanno semplicemente deciso di nascondere la testa sotto la sabbia: c’è il problema politico di un evento di sport washing in programma in uno spazio comunale con uno dei club di basket israeliani più esplicitamente impegnati nella propaganda israeliana, c’è il problema di una “tifoseria” riconosciuta anche dalla polizia inglese come legata all’esercito israeliano. E c’è il problema di un ministro come Piantedosi ossessionato da Bologna, che impone scelte assurde.
“Venerdì 21 saremo alla manifestazione da Piazza Maggiore alle 18 che stiamo contribuendo a costruire con l’Assemblea Blocchiamo Tutto contro la presenza del Maccabi Tel Aviv a Bologna” annuncia Potere al Popolo in un comunicato.
La mobilitazione contro la partita della vergogna, dalla scorsa settimana ha ottenuto un suo primo importante risultato: la partita di Eurolega Basket Virtus Bologna – Maccabi Tel Aviv non è servita a” rinormalizzare” i rapporti con lo Stato genocidiario d’Israele ed il progetto neo-coloniale occidentale nella striscia di Gaza.
In una lettera aperta diretta ai tifosi della Virtus, gli organizzatori della contestazione alla partita di venerdi scrivono che: “Quello di cui si è macchiato, e si sta macchiando tutt’ora lo Stato Sionista, è inaccettabile e non può passare sotto silenzio. È per questo che le partite programmate della Virtus prima con il Maccabi (21/11) e poi con l’Hapoel (12/12), non possono non essere oggetto di contestazione. In particolare nessuno può ignorare che la tifoseria del Maccabi non è composta da “normali tifosi del basket” ma da riservisti dell’esercito israeliano che creano aggressioni ovunque giochino in Europa”.
Per quanto si cerchi di spostare l’attenzione rispetto alla gestione dell’ordine pubblico, sia da parte del governo che dall’amministrazione comunale, rimane un fatto politico evidente: una città che ha visto centinaia di migliaia di persone scioperare il 22 settembre ed il 3 ottobre) e manifestare quasi quotidianamente contro il genocidio e l’Apartheid israeliana in solidarietà con la Palestina, vuole la messa al bando di Israele dalle competizioni sportive e promuove la rottura di ogni relazione con lui sia essa politica, economica, culturale o sportiva, esattamente come venne fatto con il Sud Africa dell’Apartheid.

La mobilitazione, iniziata dall’assemblea bolognese “Blocchiamo Tutto” ha avuto l’adesione e l’attiva partecipazione di organizzazioni politiche, sindacali, realtà di sport popolare e dell’associazionismo, esponenti del mondo della cultura che è risibile definire “i soliti facinorosi”.
È veramente infamante agitare lo spettro di presunte violenze quando abbiamo visto un genocidio in diretta (con più di 60 mila morti, poco della metà bambini) e la distruzione sistematica della Striscia ridotta ad un cumulo fumante di macerie, massacro che non sembra fermarsi nonostante la tregua.
È veramente paradossale farlo qui – proprio a Bologna – in cui si assiste ad una gestione dell’ordine pubblico (in alcune circostanze) smaccatamente autoritaria ed a tratti folle con divieti di manifestare, cariche, arresti e feriti gravi.
Per questo vanno riaffermate le ragioni che hanno spinto a continuare la mobilitazione: la partita non va giocata. I “facinorosi” sono i complici di Israele e del neo-colonialismo occidentale.
Si è intanto allargato l’elenco di associazioni, sindacati, partiti che parteciperanno alla mobilitazione di venerdi. Qui di seguito l’elenco delle adesioni:
Assemblea “Blocchiamo Tutto!” Bologna,Unione Sindacale di Base, Potere al popolo!, Global Movement to Gaza, Calcio&Rivoluzione, Opposizione Studentesca d’Alternativa, Cambiare Rotta, Rete dei Comunisti, Sanitari per Gaza, Giovani Palestinesi, La Resistente Genova, Spartak Apuane, Football Livorno, Asd Urss (Edera FC, Edera Volley), Asd Crystal Bologna, Asd Cinghiali del Setta Bologna, Spartak Lecce, Paco Rigore Torino, Hic sunt leones Bologna, Pugilistica Navile Bologna, Balla e Difendi, Pallonate in faccia, Darwin Pastorin – giornalista sportivo, Josè Nivoi – Membro di USB, Calp, Global Sumud Flotilla, Kento – Rapper, Er Tempesta – Rapper, Banda Bassotti, Assalti Frontali, Patrick Zaki – attivista, Donne contro guerra e genocidio, Ecoresistenze, Circolo culturale OST Barriera, Rete docenti per il rispetto dei diritti umani in Palestina, La Comune, Circolo Granma, Officina del Popolo Valerio Evangelisti, BDS Modena, Centro Sociale Culturale Villa Paradiso aps, Osservatorio Repressione, Modena per la Palestina, Coordinamento modenese contro la guerra, Pratello R’Esiste, ASD Palestra Popolare Gino Milli, Gap TFQ, Partito Comunista Rivoluzionario – Bologna, ASD Popolare Baliano (Genova), Sanitari per Gaza Rimini, Nabat, Coordinamento Marche per la Palestina, Queers for Palestine Bologna.
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Giuseppe
Personalmente sono contrario ad estendere questioni geopolitiche ai settori dell’arte e dello sport. E questa vale sia per la Russia che per Israele. Non vieterei nulla. Lascerei alle persone decidere se frequentare o disertare gli eventi. L’eventuale assenza avrebbe un impatto molto più potente del divieto deciso da una qualsiasi amministrazione politica.