Ieri sera si è tenuta, nonostante la censura che si è abbattuta sul prof. D’Orsi, un presidio-conferenza davanti al comune di Torino. L’iniziativa dal titolo “Democrazia in tempo di guerra” si sarebbe dovuta tenere al Teatro Grande Valdocco e avrebbe dovuto vedere D’Orsi dialogare con il prof. Barbero insieme a molti altri ospiti eccellenti tra cui Canfora, Carlo Rovelli, Enzo Iacchetti, Odifreddi, Alessandro di Battista e tanti altri; ma a pochi giorni dall’iniziativa il teatro ha negato i propri spazi nonostante il contratto regolare già firmato dagli organizzatori.
È la seconda volta che lo storico viene censurato, qualche settimana fa il Partito Democratico, il quale detiene la maggioranza nella giunta comunale di Torino, aveva fatto pressioni sul Polo del ‘900 per censurare l’iniziativa sulla “Russofobia” che si è poi tenuta in altri spazi, più modesti certamente ma non soggetti a pressioni istituzionali.
Questa volta pare non sia stato il Comune a mettersi di traverso, anche se non è chiaro da che parte sia arrivata l’indicazione di censurare anche questo evento, ma resta un problema da non sottovalutare nel nostro paese che ancora si vanta di essere una “democrazia” ma che nega eventi di approfondimento sulla democrazia stessa.
Se poi si pensa che solo qualche settimana fa l’imam Mohamed Shahin, residente a Torino con permesso di soggiorno permanente, sia stato deportato nel CPR di Caltanissetta per aver espresso pubblicamente le proprie posizioni rispetto alla resistenza palestinese, allora il quadro della repressione e della censura acquisisce tinte ancora più scure per quanto riguarda la città di Torino. Insomma, non è un caso ma siamo di fronte ad eventi sistematici: tre nel giro di un mese.
Se la conferenza non si è potuta tenere al Teatro, allora D’Orsi insieme a sindacati (USB e CUB) e alcuni partiti (Potere al Popolo, Rifondazione comunista, Sinistra Anticapitalista e Movimento 5 stelle) hanno organizzato un presidio proprio in via Palazzo di città.
Il professore ha tenuto all’aperto la sua conferenza – in modalità ridotta, ma con piglio più conflittuale, visto che è stata indetta proprio davanti alle porte del Comune – e numerosi ospiti hanno inviato i rispettivi contributi.
Molti altri – tra cui Odifreddi – sono intervenuti direttamente in piazza. Questa operazione pare sia valsa quantomeno a strappare la promessa del Comune a tenere l’incontro al palazzetto dello sport di Parco Ruffini, vedremo se manterrà la parola…
Nel frattempo il presidio è stato molto partecipato, segno che queste azioni repressive non vanno giù a tanta gente e rischiano di avere l’effetto opposto a quello sperato.
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