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Morire per Kiev? La maggioranza del paese dice di no. Sondaggio Ispi sulla situazione internazionale

L’ undicesima edizione del sondaggio ISPI, realizzato da IPSOS DOXA nell’ambito dell’Osservatorio “ItaliaInsight – Gli italiani e la politica internazionale” indaga le percezioni, le paure e le aspettative degli italiani sul mondo nell’anno appena trascorso, e i risultati ottenuti sono sicuramente interessanti.

Trump non convince, nonostante il feeling con Meloni

Anche se nella classifica dei leader più influenti della politica internazionale, Trump resta nettamente al primo posto, la maggioranza assoluta di italiani (54%) ritiene che, a un anno dalla elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti, le cose per il mondo vadano peggio.

È un numero più che quadruplo rispetto a quelli (13%) che credono che dall’elezione di Trump il contesto internazionale sia migliorato. Ancora più significativo è il giudizio su come le cose siano cambiate per gli stessi Stati Uniti.

Secondo gli italiani, l’elezione di Trump non ha prodotto benefici nemmeno per il suo Paese: il 46% ritiene che le cose negli USA vadano peggio, più del doppio di quanti pensano vadano meglio (21%).

L’unico leader internazionale in crescita di consensi come personalità influente è Xi Jinping, che passa dal 6% all’11%. Precipitano invece Putin, Papa Leone rispetto aa Papa Francesco (dal 13 al 4%) e la Von Der Leyen (che pure già stava bassina lo scorso anno) che scende dal 5 al 2% del riconoscimento come “leader influente”.

La Russia percepita come minaccia, ma Usa e Israele peggio di Corea del Nord e Iran

Per il quarto anno consecutivo, una maggioranza relativa di italiani indica nella Russia la principale minaccia per la sicurezza globale (32%). Nel 2019 al primo posto era arrivata la Corea del Nord (24%), seguita a stretto giro da Cina, USA e Iran. Nel 2021, l’anno precedente l’intervento militare russo in Ucraina, le minacce principali percepite erano la Cina (34%) e l’Iran (19%). 

Quest’anno, a parte la Russia, cambiano invece molte cose. Al secondo posto come minacce percepite ci sono Stati Uniti e Israele, entrambi secondo il 12% degli intervistati e seguiti dalla Corea del Nord, mentre la Cina scivola al quinto posto (8%) e l’Iran al sesto (4%).

 

Morire per Kiev? La maggioranza dice nettamente di no

In linea con i risultati dello scorso anno, sulla guerra in Ucraina si conferma una posizione netta contraria a farsi coinvolgere in una guerra per Kiev. Quasi la metà degli italiani (49%) desidera infatti la fine delle ostilità nel più breve tempo possibile. Tra questi, una larga maggioranza sarebbe disposta ad accettare compromessi significativi: tre su quattro (36% del totale) ritengono auspicabile che Kiev accetti un accordo con Mosca anche a costo di rilevanti concessioni territoriali. 

Un ulteriore 13% spinge addirittura per l’interruzione del sostegno militare occidentale, indipendentemente dalle conseguenze. Solo una minoranza (15%) sostiene invece la prosecuzione del sostegno militare a Kiev fino al pieno ripristino dei confini ucraini.

Nè Usa né Unione Europea. La pace in Medio Oriente dovrebbe essere gestita dall’Onu

Nella gestione del processo di pace in Medio Oriente, solo il 4% ritiene che l’Europa possa garantire la pace nella regione, una quota sostanzialmente identica a quella di Israele e nettamente inferiore a quella riservata agli Stati Uniti (9%).

A prevalere è invece una una maggioranza del 33% che indica l’ONU o una coalizione internazionale come il soggetto che dovrebbe garantire la pace, mentre il 14% affiderebbe questo ruolo a una coalizione di Paesi arabi o alla Lega Araba (dunque più che a Usa e Ue messi insieme).

Emerge un segnale chiaro di sfiducia verso gli approcci unilaterali o regionali ristretti, ma anche una bocciatura del ruolo che USA e l’Unione europea vorrebbero giocare nella regione mediorientale.

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