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Gino Strada: “Ebola è finalmente sotto controllo”. Il contributo di Cuba

Capita raramente, in questi tempi, di leggere un post che parla di vittorie. Ma le sei righe di Gino Strada ci confermano che è vero che le uniche battaglie che si perdono sono quelle che non vengono combattute. In un pappa di disattenzione, inquietudini e strumentalizzazioni razziste, in Africa c’è chi ha combattuto una battaglia sul campo e la sta vincendo: quella contro l’epidemia di Ebola.Una battaglia che ha fatto migliaia di caduti tra chi contrae il virus ma che è riuscita anche a salvare la vita alla gente sperimentando tutte le possibilità per fermare la pandemia. L’infettivologo di Emergency Emanuele Nicastri, aveva contratto il virus mortale ma è riuscito a sconfiggerlo, perchè se si lotta seriamente contro le pandemie si può trovare la strada per batterle.

Riportiamo qui di seguito il post diffuso da Gino Strada che, insieme ad Emergency questa battaglia l’ha ingaggiata da subito, senza fanfare e senza troppa collaborazione da parte delle autorità.

“Questa volta ci siamo, l’epidemia è sotto controllo. Ci sarà “una coda”, pochi casi sporadici nel Paese, ma questa epidemia in Africa occidentale è stata vinta, finalmente. Il nostro Centro non ha più ammalati, solo pochi convalescenti che saranno dimessi nei prossimi giorni. E anche per me, dopo più di 6 mesi, è finalmente ora di tornare a casa. Grazie a tutto il nostro staff, alle centinaia di persone che si sono impegnate con passione e professionalità. Grazie a tutti voi che ci avete incoraggiato e sostenuto in questa esperienza durissima e rischiosa, da soli non ce l’avremmo fatta”.

Sono sei righe importanti e che raccontano molto di una battaglia che ha visto protagonista gente silenziosa e abituata ad accorrere dove gli altri scappano e senza la protezione dei marines, anzi tenendoli alla larga dai propri ospedali.

E’ doveroso sottolineare in tal senso che è stata Cuba il paese che si è impegnato di più per limitare l’epidemia di Ebola e che ha mandato il maggior numero di personale medico e sanitario in Africa. L’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS), in una conferenza stampa tenuta a settembre dello scorso anno, ha ringraziato Cuba per il suo contributo ed aveva auspicato che altri paesi prendessero il suo esempio. Tutto il personale medico inviato da Cuba in Africa per contrastare Ebola ha più di quindici anni di esperienza e ha già lavorato in altri paesi affrontando disastri naturali o altre epidemie di malattie. Oggi più di 50.000 dottori formati a Cuba lavorano in 66 paesi; 4.000 di questi si trovano soltanto in Africa, in 32 nazioni.

Era stato un editoriale del New York Times, a segnalare che i timori dei governi e dell’opinione pubblica per il virus ebola in Occidente non avevano determinato un’adeguata risposta dagli Stati più potenti e che avrebbero di più da offrire. Mentre gli Stati Uniti e molte altre nazioni ricche sono state più che disposte a stanziare fondi e inviare soldi e marines, solo Cuba e poche organizzazioni non governative – vedi Emergency – hanno inviato quello che davvero serviva sul campo: personale medico qualificato sul campo.

Sarà un caso ma colui che ha scritto che “le uniche battaglie che si perdono sono quelle che non si combattono”, aveva contribuito alla riuscita di quella rivoluzione. Era il medico Ernesto Che Guevara.

 

 

 

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