L’omicidio di Sandrine Bakayoko nel centro di accoglienza di Cona, ha suscitato la rabbia di chi, in molte città di Italia è sceso in presidio davanti ai CIE per denunciare le condizioni inumane in cui sono costretti a vivere moltissimi migranti nel nostro Paese.
Ma ha dato sfogo, in modo provocatorio, anche alla destra che, in Emilia Romagna e in particolare a Bologna, ha tentato di organizzare alcuni presidi a favore dei CIE, in un momento in cui, in regione, si sta discutendo della possibilità (“e necessità”) di ospitare un nuovo CIE nel territorio che probabilmente sarà tra le province di Bologna e di Modena. Mentre il sindaco bolognese pare contrario al “tirarsi la zappa sui piedi” ospitando un altro CIE, quello di Modena, Muzzarelli, non disdegna l’ipotesi. Il 19 gennaio in sede di Conferenza Stato-Regioni presenterà il nuovo modello alle Regioni proponendo di aprire un nuovo centro per Regione con un massimo di 80-100 stranieri al suo interno, ma soltanto quelli per i quali si renda necessario un controllo supplementare e l’identificazione”.
E mentre il mondo si indigna nel vedere le immagini delle lunghe code al confine est della fortezza Europa, nel giardino di casa nostra, si organizzano presidi per acclamare l’odio verso i migranti, e il plauso verso quelle che sono vere e proprie carceri per i profughi in fuga da condizioni di vita disastrose.
Lo scorso 8 gennaio è stato il turno di Forza Italia, che ha tentato un piccolo presidio vicino al centro di accoglienza di via Mattei a Bologna. Presidio che si è sciolto in poche ore, grazie anche alla cospicua presenza di diverse realtà del movimento bolognese, che, assieme a molti migranti, hanno presidiato, e poi sfilato in via Mattei fino a pizza dei Colori, dove si era radunata la destra.
Questo week end, invece, un'altra giornata all’insegna dell’antifascismo, a Modena e a Bologna. Nel primo caso, in concomitanza con dell’apertura di una sede di Forza Nuova in città, una manifestazione ha attraversato la città e presidiato la zona di Modena Ovest (zona dove è stato inaugurato il circolo Terra dei Padri), per ricordare a tutti la presenza di un movimento pronto a difendere la città da ogni avanzata della destra. Nel secondo caso, a Bologna, una manifestazione partecipatissima ha ribadito alla città che nessun fascista sarà mai il benvenuto, ne avrà alcuna agibilità. Una manifestazione, a cui hanno partecipato moltissime realtà del movimento, in opposizione al presidio lanciato da Forza Nuova a cui la questura aveva già negato la piazza (S. Stefano). Il corteo, che doveva rimanere nella zona del centro, si è invece diretto subito in Bolognina, dove i forzanuovisti si erano provocatoriamente radunati, sotto la protezione dei soliti noti con i caschi blu. Qui il movimento a cacciato i fascisti dal quartiere, ancora una volta, ribadendo che i quartieri sono antifascisti e antirazzisti.
Queste giornate rendono chiaro come si debba sempre rimanere in guardia, contro i fascismi di ogni tipo. Il dibattito sull’apertura del CIE, che Merola sembra non volere, ha permesso un incalzata della destra, che se pensava di poter avere un minimo di agibilità. Se, come sospettato, il sindaco PD non ha saputo tenere a bada questi exploit neofascisti, c’ha pensato il movimento a chiarire che a Bologna, nessun CIE verrà riaperto, e nessun fascista entrerà in un quartiere. Piccole sicurezze, che di questi tempi però, occorre avere ben in chiaro.
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