Sono esorbitanti i tagli dei trasferimenti alle Ulss approvati dalla Lega Nord in Regione Veneto. La diminuzione dei finanziamenti regionali ammonta a 132 milioni di euro. Tutte le nuovissime Ulss nascono azzoppate e penalizzate; il taglio orizzontale è pari all’1,7% rispetto al 2016; si va dai 5,5 milioni in meno per il Veneto Orientale fino agli oltre 25 della Scaligera, i 24 in meno all’Euganea, i meno 18 per la Serenissima, 23 in meno anche alla Trevigiana ecc. Sono state uniformate al ribasso anche le quote pro-capite e alcune realtà territoriali provinciali, già fortemente sottofinanziate, si troveranno ora con un ulteriore ribasso.
Tutto questo mentre gli ammalati aumentano progressivamente, i posti letto e i servizi territoriali si riducono gradualmente rispetto alla necessità reale!
Chi dobbiamo ringraziare?
Per noi, che si tratti di Lega Nord in Veneto o Partito Democratico a Roma, non cambia nulla! La matrice è identica, nei posti di comando attuano politiche liberiste che vedono nella sanità il terreno su cui fare profitti. I nostri avversari sono i politici regionali e i sindaci dei territori che non si oppongono ai tagli dei posti letto e dei servizi alla popolazione, tutta gente lautamente pagata con le nostre tasse, che ci sta portando al disastro, perché risponde ai diktat delle segreterie di partito e alla visione privatistica della sanità.
In tutto ciò si inserisce l’ultima analisi della Corte dei conti sui settori della spesa sanitaria e ci vien fatto notare che nel 2015, c’è stato un incremento delle risorse sborsate dagli utenti per il pagamento dei ticket (prestazioni specialistiche), che aumentano del 15,2% nel biennio 2014/2015 (+12,6% rispetto al 2012). Contemporaneamente i pagamenti effettuati dagli Enti sanitari relativamente al personale (che rappresenta il 30% della spesa), proseguono il loro trend decrescente (-4,70% nel quadriennio, -0,6% rispetto al 2014).
Quotidianamente il personale sanitario medico e non, affronta difficoltà che stanno diventando intollerabili e la situazione, aggiunta alla riduzione dei posti letto, è sempre più emergenziale. Basta leggere le cronache locali o nazionali.
In assenza delle previste integrazioni all'assistenza territoriale, vengono regolarmente messi in ginocchio i pronto soccorso veneti.
L’Italia è un paese distrutto dalla corruzione, dove grosse fette di classe dirigente sono mandatarie ed esecutrici del sistema che saccheggia le risorse pubbliche a vantaggio degli amici, della casta, della distruzione dell’ambiente e del welfare.
Il costante impoverimento del SSN, va di pari passo con l’allontanamento dai suoi servizi di ingenti fasce di pazienti (a causa di ticket elevati e lunghe liste d’attesa); l’offerta migra dal settore pubblico a quello privato e nel tempo si creano le condizioni per un ampio ricorso alle assicurazioni sanitarie.
Socializzare i debiti, privatizzare i profitti! Questo è il verbo della destra liberista che governa l’Italia e il Veneto. Nei vari territori della nostra regione, la Lega e le politiche di Zaia, stanno
sconvolgendo la sanità pubblica e ce la stanno presentando in una forma che nulla ha a che vedere con il servizio che abbiamo conosciuto fino a pochi anni fa.
Grandi opere, grandi ospedali nuovi, esternalizzazioni e privatizzazioni dei servizi!
Apparentemente cambiano i governi, ma non si modificano le gerarchie a cui risponde la politica.
Sconcerta sapere che il diritto alla salute sarà subappaltato alle convenienze private e alle logiche di mercato, con l’avvallo di tutte le forze politiche unite.
È doveroso ricordare che in tema di sanità e tutela della salute, la Ulss per conto del SSN, ha interessi profondamente diversi dai privati che “investono” in sanità.
L’Ulss deve assicurare interventi socio-sanitari qualificati e appropriati, salvaguardando il diritto alla salute, come diritto costituzionale.
I servizi pubblici, la sanità pubblica appartengono alla collettività e devono essere gestiti e amministrati nell’interesse delle future generazioni perché non possono essere merci che producono profitto.
La nuovissima “Azienda zero” del Veneto sarà l’unico grande committente, che compra prestazioni dai presidi pubblici edalle case di cura private accreditate oppure da cooperative o fornitori privati; l’”Azienda zero”farà da interlocutore e regolatore degli acquisti per conto della fiscalità generale ma anche per conto di assicurazioni sanitarie o mutue normando per legge la totale privatizzazione del Ssn.
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