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Torino. Il primo sgombero Appendino colpisce il Centro Micchiché

Mentre si discute in queste settimane come legalizzare, con l’appoggio della Giunta, gli occupanti-artisti della Cavallerizza Reale, arriva il primo sgombero targato Chiara Appendino
Non si tratta di un centro sociale, ma di uno sportello casa e lavoro, il “Centro Popolare Tonino Micciché”, per le famiglie senza un tetto o con la minaccia di sfratto.
Domenica scorsa all’alba era stato occupato in periferia, a Pietra Alta, quartiere Barriera di Milano, in via Cavagnolo 9, un vecchio circolo abbandonato da tempo.
Una struttura che non aveva trovato un futuro dopo che il bando per la nuova assegnazione era andato deserto: troppo costosi i lavori di ristrutturazione.
Così gli attivisti del sindacato autonomo Asia-Usb in prima fila sulle problematiche abitative e lavorative, hanno “liberato lo spazio” per far nascere il Centro Popolare che prendeva il nome da Tonino Micciché, “il sindaco della Falchera”, il militante di Lotta Continua, tra i più attivi nei comitati casa, ucciso nel 1974 da una guardia giurata.
Ma mentre nel Centro Popolare iniziavano i lavoro di ristrutturazione dei locali, dall’ufficio comunale competente, quello sul Patrimonio, è partita immediata la denuncia.
La questura così ha proceduto allo sgomberato lampo di via Cavagnolo 9. Tre gli uomini identificati all’interno.
«Lo sgombero è avvenuto su richiesta della giunta comunale nonostante oggi avessimo un incontro in comune – spiegano da Usb – Ancora una volta si dimostra come si preferisca riconsegnare alla polvere e al degrado uno stabile comunale, piuttosto che renderlo uno spazio destinato alla collettività in un quartiere abbandonato a se stesso tra disoccupazione sfratti e inquinamento.
Oggi è una bella dimostrazione delle politiche di cambiamento di questo comune».

 

da http://www.nuovasocieta.it

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