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Morire di lavoro nel fango, vittima dell’infernale catena della logistica

USB: inserire il reato di omicidio sul lavoro nel codice penale per fermare la strage

Domenica 11 dicembre, Franco D’Alessandro, corriere di 41 anni di Pescara, è finito fuori strada con il proprio furgone di servizio; nel tentativo di liberare il mezzo impantanatosi fango l’uomo ha accusato un malore che lo ha ucciso.

Sono già oltre 1000 i morti di lavoro quest’anno e noi di USB siamo convinti che non siano incidenti frutto della cattiva sorte. Questa è, infatti, la conseguenza di controlli preventivi assenti anche a causa dei pesanti tagli e di un sistema de lavoro basato su ritmi frenetici, dove salute e sicurezza sono viste come un costo da ridurre a favore dei profitti. Tutto questo con una legislazione inadeguata a porre un freno a questa gravissima situazione che si reitera di anno in anno, senza che la politica intervenga con decisione e fermezza.

Noi dell’Unione Sindacale di Base siamo convinti che l’inserimento del reato di omicidio sul lavoro nel codice penale sia un passaggio necessario per porre una forma di deterrenza, in modo che non si possa più speculare sulle vite di chi lavora: su questo da tempo portiamo avanti una campagna con Rete Iside Onlus.

Il 2 dicembre, in occasione dello sciopero generale, abbiamo manifestato a Pescara anche sul tema della sicurezza. Avevamo inviato a tutti i gruppi consiliari una lettera con delle nostre proposte sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro per mettere un freno ad una strage inaccettabile.

In quell’occasione i gruppi dei consiglieri regionali del M5S e del PD hanno ritenuto opportuno incontrare una nostra delegazione per approfondire i temi sottoposti: abbiamo chiesto loro di portare le nostre istanze all’interno delle istituzioni regionali e che tutto l’arco politico si impegni innanzitutto per potenziare fortemente gli organi di controlli (SPSAL) oltre ad avviare una riforma strutturale degli stessi, per far pressione sulla politica nazionale per introdurre finalmente il reato di omicidio sul lavoro, per istituire una commissione regionale permanente per il monitoraggio sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e altri interventi necessari.

Per la politica non è più tempo di tergiversare e rifugiarsi in frasi di circostanza quando accadono tragedie simili: non è normale morire di lavoro. È urgente affrontare il tema dei ritmi e carichi di lavoro che aumentano il rischio di incidenti e quello della logistica è un settore molto sensibile da questo punto di vista; con la morte di Franco d’Alessandro si è superato il limite, non si possono consegnare prodotti di secondaria necessità anche nei giorni festivi e la domenica.

La morte di Franco D’Alessandro, come quella di tutte le vittime sul lavoro, non deve rimanere una notizia giornalistica che finisce nel dimenticatoio tra alcuni giorni, la politica deve comprendere che il tempo è scaduto: servono fatti concreti.

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