La possibile rinuncia di ACC alla Gigafactory di Termoli arriva mentre il Governo Meloni presenta una manovra economica che non stanzia un euro per salvare l’industria, non interviene sul costo dell’energia, non pianifica la transizione e non impone alcuna condizionalità agli incentivi pubblici.
Il risultato è davanti a tutti: un disastro annunciato, che oggi esplode in tutta la sua gravità.
La Gigafactory – sbandierata per mesi come simbolo della “transizione italiana” – si rivela per ciò che era: un’operazione di propaganda, utile solo a coprire il progressivo disimpegno di Stellantis dal Paese.
Mentre in Spagna e Germania gli investimenti industriali vengono blindati da interventi pubblici veri, il Governo italiano si è limitato ai comunicati trionfalistici e ai tagli di nastro immaginari.
Nel frattempo Stellantis ha svuotato stabilimenti, smantellato produzioni, aperto esodi incentivati e trascinato l’intero comparto automotive nella peggior crisi della sua storia.
Oggi si prova a scaricare tutto sui “costi dell’energia” o sulla “scarsa domanda di auto elettriche”.
La verità è che senza una politica industriale pubblica, senza controllo della filiera energetica e senza vincoli sugli incentivi, la transizione non è mai stata credibile. Sono responsabilità politiche precise.
USB chiede immediatamente:
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un tavolo d’emergenza pubblico su Termoli, con Governo, Regione e organizzazioni sindacali reali, non quelle che firmano concessioni;
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il coinvolgimento diretto dello Stato nella filiera dell’automotive e della mobilità sostenibile, perché l’interesse nazionale non può essere delegato ai consigli di amministrazione delle multinazionali;
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una verifica degli impegni industriali assunti da Stellantis e ACC con fondi pubblici, con sospensione o revoca degli incentivi in caso di inadempienza;
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un reddito di transizione, che garantisca la copertura economica al 100% per le lavoratrici e i lavoratori colpiti dalle transizioni digitale, energetica e tecnologica.
La mobilitazione non può fermarsi. Il disastro di Termoli è il simbolo di una manovra economica che condanna l’industria italiana alla regressione, scaricando tutto sui lavoratori.
Per questo USB chiama tutto il mondo del lavoro allo sciopero generale del 28 novembre e alla manifestazione nazionale a Roma del 29 novembre. Per difendere Termoli. Per difendere l’industria. Per difendere il Paese.
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