La giunta comunale di Catanzaro nei mesi scorsi ha ufficialmente dato il consenso per l’intitolazione di una via della città a Sergio Ramelli (testualmente “a Sergio Ramelli e vittime del terrorismo”), militante milanese di estrema destra ucciso nel 1975.
Nei comunicati circolati in proposito, sul web e non, è evidente la volontà di rivendicare Ramelli come “camerata caduto” ed il tentativo di camuffare questo atto in malo modo aggiungendo le “vittime del terrorismo” alla dicitura. In realtà non ci stupisce affatto un modus operandi ingannevole che punta a rendere tale iniziativa socialmente accettabile cavalcando l’indignazione popolare per i recenti fatti terroristici che niente hanno a che vedere con il fatto specifico.
D’altra parte rimaniamo sbalorditi di fronte al candore e all’innocenza con cui i “camerati” (così è firmato il manifesto che invita alla cerimonia per il nuovo nome della via) commemorano un assassinio, seppur gli stessi camerati più e più volte, a Catanzaro e non solo, si sono macchiati di azioni di efferata violenza.
Basterebbe citare proprio gli avvenimenti accaduti nello stesso periodo, ovvero a cavallo degli anni ’70 e ’80, come Piazza Fontana, Piazza della Loggia, la strage di Bologna, la strage di Gioia Tauro, o, proprio a Catanzaro, l’uccisione di Giuseppe Malacaria, avvenuta in seguito al lancio di bombe a mano provenienti dalla sede dell’MSI durante una manifestazione antifascista.
Ma la brutalità e lo squadrismo non si sono limitati a quegli anni; l’assassinio di Davide “Dax” Cesare a Milano risale solo al 2003. Inoltre, se nella nostra città non fosse bastata la svastica apposta sulla targa intitolata al già citato Malacaria nel 2007, appena tre giorni dopo la sua inaugurazione, non possiamo dimenticare l’aggressione armata perpetrata ai danni del Collettivo Riscossa nel 2010, episodio che solo per puro caso non si è concluso con la più tragica delle conseguenze.
Interrogarsi è d’obbligo: a cosa è dovuto un atteggiamento ambiguo atto a selezionare accuratamente gli episodi da commemorare? La risposta non tarda, anzi, è consequenziale: esso è dovuto alla continua ricerca di un martire che possa essere pianto e poi usato per giustificare e propagandare, paradossalmente, proprio un’ideologia carica di discriminazione e di violenza.
Anche se non ci meraviglia che la giunta comunale abbia deliberato senza porsi le questioni da noi sollevate, troviamo inaccettabile la leggerezza con cui ancora una volta il Comune ha aperto le porte ad una chiara rivendicazione fascista, noncurante di tutti i cittadini che hanno intenzione di dissociarsene.
D’altronde, come dimostrano alcune candidature in appoggio al sindaco uscente alle ultime elezioni amministrative, non siamo nuovi a questa evidente commistione tra destra istituzionale ed estrema destra. Del resto, se è vero come si dice, il pesce puzza dalla testa.
I compagni e le compagne di Catanzaro – Collettivo studentesco Catanzaro – Sinistra anticapitalista – Rifondazione comunista Catanzaro – Giovani comunisti Catanzaro
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