Che il sindaco di Giugliano in Campania Antonio Poziello non sia proprio gradito ai comunisti ed al sindacalismo conflittuale del Comune di cui è “primo cittadino” è noto a tutti.
Nell’ordine la sua Amministrazione ha, da sempre, osteggiato le proposte del Movimento Disoccupati Giuglianesi dei “lavori in economia” prima e della “Clausola Sociale” poi. Ha sempre interpretato un atteggiamento ambiguo sulla privatizzazione dell’acqua e sulla questione dell’inceneritore in città. Ha costantemente ignorato la proposta di Legge di Iniziativa Regionale sul Reddito Minimo Garantito spargendo invece a piene mani “Tirocini Sociali” da 250 euro al mese. Ha sperperato centinaia di migliaia di euro in feste religiose e non (premiando tra l’altro sempre le stesse associazioni amiche) in un comune che non paga da anni Buoni Libro ed assegni agli sfrattati.
Ma la cosa peggiore è la totale mancanza di dialogo di quest’Amministrazione con chi è in dissenso, che è spesso oggetto di attacchi di ogni tipo. Tanto che il suo principale esponente, il Sindaco, nel solco di quanto appreso dal suo maestro Vincenzo De Luca e dalla parte più reazionaria del Partito Democratico di cui condivide le politiche, è soprannominato negli ambienti di chi reclama i propri diritti (disoccupati, morosi incolpevoli, donne in lotta per i Buoni libro, ambientalisti) “Augusto Pinochet”.
Soprannome che il Sindaco Poziello ha (siamo sicuri, inconsapevolmente) “onorato” il giorno 29 settembre 2017 quando ha presenziato, insieme ai bambini che partecipano ai progetti educativi del Comune, alla Festa della Famiglia alla Base Nato di Giugliano/Lago Patria.
Il Sindaco parla di “partecipazione atta alla promozione dell’agrifood giuglianese” presso la base Nato, ma non tutto si può sacrificare in nome di feste e bancarelle. Da anni elementi sensibili della società giuglianese e non solo sono impegnati e propongono l’uscita dell’Italia dalla Nato e soprattutto la chiusura della Base Nato, l’Allied Joint Force Command di Lago Patria.
Ricordiamo che da esso dipendono 14 comandi del Sud Europa, di cui 6 ubicati a Napoli, ponendo la Campania, e soprattutto Giugliano, sulla “linea del Fronte” immediata nel caso di una possibile guerra.
Ma ancora di più è una cessione di “territorio nazionale” a potenze straniere armate che trascinano spesso l’Italia in aggressioni imperialiste verso paesi sovrani al mero scopo di battere profitto per le rispettive borghesie nazionali e multinazionali.
E’, comunque, però veramente indecoroso ed è sintomo di una cultura militarista la presenza di scolaresche portate in visita, a giocare, nella base dalla quale vengono ordinate e coordinate le aggressioni nel Mediterraneo e nei paesi del Medio Oriente.
Un motivo in più, quindi, per costruire nel nostro territorio ed in tutta l’area metropolitana napoletana un forte ed articolato movimento di lotta per la chiusura della base NATO di Giugliano/Lago Patria.
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