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Gli insoliti candidati di Potere al Popolo. Dina Balsamo, di Battipaglia

Incontriamo Dina Balsamo, una compagna di Battipaglia (Salerno), candidata di #Poterealpopolo nel collegio uninominale della sua città.

Dina ci spieghi brevemente le motivazioni che ti hanno spinto ad accettare la sfida di candidarti con Potere al Popolo?

Ho messo a disposizione il mio impegno per la costruzione e l’affermazione della lista Potere al Popolo perché qui ho trovato migliaia di compagni che hanno deciso di lottare insieme per costruire una lista di parte: dalla parte dei più deboli, degli oppressi dal problema del lavoro, della casa, della salute.

Potere al Popolo propone un programma chiaro e realizzabile, che parte dalle esigenze primarie dei cittadini e riconosce chiaramente la necessità di rompere con l’Europa dei trattati che ci sta massacrando. Ho trovato compagni che vogliono restituire ai lavoratori, ai giovani e ai pensionati i diritti che 30 anni di liberismo sfrenato ha rubato: prometteva “più mercato” ed ha prodotto milioni di disoccupati, impoverito e reso precaria la parte produttiva del Paese, tolto ai giovani ogni speranza di futuro costringendoli ad emigrare.

Noi vogliamo abolire il Jobs Act e tutti i contratti che hanno permesso alle imprese di sostituire il lavoro stabile con quello precario, la Legge Fornero, la Legge sulla Buona Scuola e vogliamo la cancellazione del pareggio di bilancio inserito in Costituzione da Monti, Berlusconi e Bersani. 

Battipaglia è un grosso centro dell’area salernitana anche con un glorioso passato di lotte operaie. Ci descrivi che tipo di situazione politica e sociale si registra nel vostro territorio?

L’Istat ha classificato 136 dei 158 comuni della provincia di Salerno con il più alto indice di vulnerabilità sociale e materiale; il territorio provinciale presenta livelli di alta criticità per ricchezza, lavoro e ambiente.

il 39,4% della forza lavoro della Provincia di Salerno ha un livello di “istruzione non elevata; il livello degli stipendi da lavoro dipendente è di gran lunga più basso di quello di molte province del Meridione.

La disoccupazione giovanile, al 52,7%, presenta uno dei tassi più alti tra le province del Sud e delle Isole, mentre il tasso di disoccupazione generale è al 19,8%

A ciò si aggiunge la “fuga dei cervelli” che ha visto andarsene, solo nel 2016, 130.000 cittadini della provincia di Salerno, il 22% giovani tra i 18 e i 34 anni (dati Fondazione Migrantes)

Il Pil pro capite, nel 2017, è stato di appena 15mila euro, determinando uno stato di debolezza economica che si riflette anche su consumi e depositi bancari.

Come vedi i dati economici ci pongono davanti ad uno spaccato della realtà della provincia di Salerno devastante.

Per contro nel territorio della provincia di Salerno viene generata ricchezza per 16,6 miliardi di euro, circa il 18,9% del totale complessivamente prodotto in regione nello stesso periodo.

I settori che generano più ricchezza sono quelli dei servizi e il comparto del commercio, turismo, comunicazione e informazione.

Nella Piana del Sele, in particolare, sono molto attivi i comparti agricolo e della trasformazione agro-alimentare che vedono la presenza di molti lavoratori stranieri: tra questi, molti i cittadini extracomunitari privi di permesso di soggiorno valido e, quindi, di regolare contratto.

In questa provincia, nel corso degli anni, il malgoverno del territorio ha provocato moltissimi danni: la mancanza di seri strumenti di pianificazione territoriale, ha permesso un uso sconsiderato dei suoli, permettendo che accanto ad aziende agricole di eccellenza si insediassero aziende private che si occupano di smaltimento dei rifiuti; ha permesso la copertura di più dell’80% del suolo da parte delle colture in serra, determinando una sostanziale impermeabilità del suolo alle acque piovane; ha totalmente abbandonato la viabilità secondaria, abbandonando al loro destino i paesi collinari dell’entroterra, privati di quasi tutti i servizi essenziali; ha drasticamente ridotto (come nel resto della Regione) i punti di accesso alla rete sanitaria, chiudendo ospedali e riducendo posti letto.

Dina sei una militante del PCI ed aderisci alla Piattaforma Sociale Eurostop. Come valuti il contributo programmatico e militante che Eurostop sta portando alla battaglia politica ed elettorale di Potere al Popolo?

Nel programma di Potere al Popolo ci sono buona parte degli obiettivi della Piattaforma Eurostop:  la rottura dell’Unione Europea dei trattati, l’uscita dalla Nato; le nazionalizzazioni di banche e aziende strategiche, per dirne alcuni.

Non era affatto scontato che questi punti programmatici così forti venissero assunti da tutte le componenti che hanno aderito a Potere al Popolo, alcune delle quali non avevano ancora abbandonato una visione riformista su Unione Europea/Eurozona/Nato, nonostante la tragica esperienza della Grecia.

Credo che la forte presenza di candidati che si riconoscono nella Piattaforma Sociale Eurostop possa contribuire ad alzare il livello del dibattito e della riflessione sulla rottura dell’UE, contraddizione strategica con cui tutti dovranno misurarsi se vorranno tenere aperto il conflitto di classe nel nostro paese.

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