Non poteva mancare lo zampino della repressione in questa ondata razzista che sta attraversando il paese.
Basta pronunciarsi contro le odiose misure di Salvini ed, immediatamente, si diventa target della polizia e degli asfissianti dispositivi di controllo e comando di cui è zeppo il nostro Codice Penale.
Una sacrosanta e legittima protesta, a base di sit/in, contro l’atteggiamento del governo, a proposito della vicenda della nave Diciotti sequestrata nel porto di Catania, è diventata materia di indagine, da parte della Digos, rivolta agli attivisti della Federazione del Sociale USB di Benevento che hanno organizzato un momento di controinformazione e di protesta in piazza. Con un tempismo sorprendente al compagno Cosimo Maio è stato recapitato un provvedimento di apertura d’indagine che oltre ad essere totalmente infondato appare, anche, ridondante e spropositato rispetto agli eventi.
Ciò che colpisce, però, è il carattere preventivo ed intimidatorio contro un gruppo di giovani attivisti sindacali/sociali che in una cittadina di provincia hanno osato rompere il clima di esecrazione e di normalizzazione (autoritaria) che, da sempre, vige in questo territorio.
A Cosimo, alla Federazione del Sociale USB di Benevento, agli antirazzisti tutti stanno giungendo, in queste ore, attestati di solidarietà e di vicinanza umana e politica che lasciano intendere che Cosimo non è solo e che qualsiasi misura repressiva, piccola o grande che sia, sarà sempre rintuzzata.
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