Menu

Napoli Est. Il riscatto popolare parte dalle periferie

Si è svolta, venerdì 26 aprile, l’assemblea popolare a Napoli Est indetta da Potere al Popolo a cui hanno preso parte singoli attivisti, associazioni e comitati di lotta del territorio per confrontarsi e discutere delle questioni che attanagliano le masse popolari del territorio.
Non era per nulla scontato la buona riuscita dell’iniziativa in un contesto ostile e contrario ai partiti tradizionali e alle istituzioni cittadine e regionali le quali vengono percepite, a vario titolo, come un fattore dei principali disastri sociale, economico e ambientale di questa zona.
Un’assemblea in cui ha partecipato la uno dei due portavoce nazionale di Potere al Popolo, Viola Carofalo. Tra gli invitati Giuseppe Manzo, giornalista e Enzo Morreale, comitato civico di San Giovanni.

L’assemblea è stata introdotta dal compagno Mimmo Cordone che, articolando i temi che coinvolgono Napoli Est, preannuncia l’intenzione di Potere al Popolo di scegliere la via del confronto e della connessione con tutti i soggetti territoriali, comitati di lotta e associazioni indipendenti, per la costruzione di una prospettiva di riscatto e di rinascita sociale – ma conflittuale – verso i comuni avversari dei settori popolari della zona. Del resto una forza politica “anomala” come Potere al Popolo, per crescere ed affermarsi, deve vivere nei quartieri popolari e nelle grandi periferie delle aree metropolitane.
Giuseppe Manzo, ha parlato delle paure e della disillusione del quartiere per i disastri ambientali causati dalla Q8 e dalla ex Manifattura tabacchi, nonché la latitanza del primo cittadino e dell’intera amministrazione comunale verso i problemi di una zona da sempre sotto attacco ambientale e sociale. Un fenomeno, questo, connesso e derivante dalla deindustrializzazione di un pezzo importante della città di Napoli. Inoltre ha messo in guardia dalle mire speculative che – a partire dal progetto Naplest – ancora puntano ad una nuova manomissione urbanistica di questa zona.
Enzo Morreale ha illustrato il rischio per la sparizione del nostro mare e della fascia costiera per le conseguenze drammatiche che esso comporterà con il completamento del terminale containers, in cui saranno sottratti interi spazzi marini e costieri come conseguenza dell’ampliamento del porto di Napoli. Ciò si manifesterà con l’attracco di mega navi mercantili che oltre all’occupazione di spazi marini con relativo inquinamento del mare, già oggi fortemente avvelenato, occuperanno intere aree a terra ferma per il deposito, il trasporto e la commercializzazione di containers. Il tutto con il silenzio dell’amministrazione comunale ritenuta fortemente assente sugli allarmi lanciati dai comitati territoriali per il rischio ambientale e la sottrazione di spazi ritenuti, correttamente, autentici beni comuni.
Sono poi intervenuti Salvatore Annuale, del comitato di lotta ex Taverna del Ferro, il quale ha focalizzato l’attenzione sulla necessità di costruire il rapporto con i proletari della zona, comprendere cosa serve alla gente, le loro esigenze e costruire la battaglia per il lavoro, o per altri interessi dei proletari e non fare mere mobilitazioni riconducibili ad interessi elettorali o di piccolo cabotaggio.
Francesco Maranta, ha sollevato la questione sulle differenze di lotte, in cui un conto è una lotta contro il padrone o una multinazionale altra cosa è contro un soggetto istituzionale come il governo in cui si inseriscono e si intrecciano interessi di natura commerciale. Sottolineando un aspetto di carattere coloniale delle nostre zone.
Viola Carofalo è esordita con un apprezzamento all’intervento di Annuale rilanciando l’importanza del lavoro territoriale e per il radicamento, uscendo fuori dalle sedi e dai circuiti ristretti per chiedere alla gente cosa possiamo fare e cosa serve a loro. Ha rivendicato, inoltre, l’indipendenza di Potere al Popolo dall’amministrazione comunale di Napoli verso cui – sul versante del rispetto degli interessi popolari – non si fanno sconti o compromessi di sorta.
Debora Divertito, ha menzionato il lavoro che loro fanno come cooperativa SEPOFA fanno sul territorio e sul lavoro di mobilitazione e impegno sociale e di lotta conducono assieme alle altre associazioni di Napoli ZETA (Zona Est Tavolo Aperto) e ai sacerdoti del quartiere specie nella mobilitazione anti camorra. È stata inoltre annunciata per il prossimo 16 maggio un’assemblea di quartiere avente ad oggetto la questione della vivibilità e della sicurezza nei nostri quartieri.
Valerio Caruso, è uno storico che ringrazia Enzo Morreale per avergli dato una mano nell’acquisire elementi storici della zona utili per comprendere le questioni afferenti il quartiere. È intervenuto raccontato ciò che lui cerca di fare attraverso il rapporto con gli studenti per accrescere in loro l’interesse verso la cultura, portando loro anche la conoscenza su ciò che sono le problematiche di zona attraverso l’uso della cultura e del sapere.

L’assemblea si è chiusa con la proposta di costruzione di nuovi momenti di partecipazione collettiva come quella del 16 maggio promossa da SEPOFA, ma soprattutto pensiamo di costruire un momento di mobilitazione di piazza che faciliti un lavoro di radicamento e di crescita di Potere al Popolo nell’area ad est di Napoli, ma anche alla costruzione di una vertenza, verso tutti i vari livelli istituzionali, che contenga tutte le problematiche di Napoli est.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *