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Bagnoli. Senza trucco senza inganno

 Dopo l’intervento della consigliera comunale di Napoli, Eleonora Di Majo,  pubblichiamo sul nostro giornale un contributo dell’Assise Popolare di Bagnoli.

Molti di voi avranno forse a prima vista una buona impressione di questo piano. La grande spiaggia pubblica, il parco verde di 130 ettari ed altre belle cose. Ma guardiamolo meglio e poniamoci qualche domanda. Per esempio: se tutto questo era già garantito dagli strumenti urbanistici vigenti (e lo era), allora perché cambiarli?

Le luci allora si offuscano e prendono corpo le ombre. Il piano non sembra più così bello. Potremmo fare diversi esempi, come la proliferazione di volumi per attività commerciali sul lungomare e nel parco verde, ma preferiamo stigmatizzare il nodo strategico che svela il vero senso dell’accordo e determina il nostro giudizio.

L’agibilità del mare prospiciente la spiaggia pubblica viene pesantemente inibita dalla realizzazione a Nisida di un mostruoso porto di 20 ettari, tre volte quello previsto dal vigente Piano Urbanistico Attuativo: parliamo di un’area grande quanto mezza Bagnoli o Cavalleggeri, pari a quasi 30 campi da calcio. La fascia di sicurezza destinata all’entrata ed all’uscita di centinaia di barche (poco meno di un migliaio, data le dimensioni dell’area portuale) confinerà gran parte dei bagnanti entro una profondità di 150-200 metri dalla riva. Gli inquinanti prodotti dalle imbarcazioni (nafta, fumi di scarico, vernici, solventi, etc.) comprometteranno la salubrità delle acque di balneazione. Ma c’è di più.

Parti della riserva naturale di Nisida vengono espropriate ai cittadini e destinate alla fruizione di un pubblico di ricchi paganti: il piano prevede infatti una testa di ponte costituita da alberghi di lusso e spiaggette riservate, connesse alle attrezzature portuali. In seguito sarà facile al Commissario ottenere dal Ministero di Giustizia il trasferimento del carcere minorile e promuovere la trasformazione di tutto l’isolotto in un resort di lusso ad accesso limitato. Un vero e proprio furto di classe, a danno dei ceti popolari di questa città, che il Comune avalla con questo accordo; approvando l’inclusione di quelle parti di Nisida nel Sito di Interesse Nazionale gestito da Invitalia e mettendo la testa dell’agnello in bocca al lupo.

Notiamo poi che l’intervento su Nisida presenta caratteri tali da essere rapidamente attivabile (gli edifici per gli alberghi esistono già, così come le strutture di base per il porto; la balneazione per le spiagge di lusso, site dal lato di Posillipo, è già possibile oggi). Viceversa, tutti gli interventi di interesse collettivo (dalla bonifica di mare e terra alla realizzazione della grande spiaggia, del parco verde, delle reti di trasporto pubblico) sono distanziati nel tempo ed oltretutto vincolati (il documento lo dice espressamente) al reperimento delle risorse finanziarie. Risorse cospicue, sia per la bonifica che per le attrezzature urbane, su cui non viene fornita alcuna certezza. Il Comune sta firmando un documento che, mentre non garantisce nulla di quanto davvero occorre per attuare il piano, legittima al contempo l’operato brigantesco del Governo e di Invitalia, che spadroneggeranno nella gestione degli interventi.

E’ questa, in buona sostanza, la posta in gioco che Invitalia, oggi proprietario delle aree ex IRI e gestore unico del processo di rigenerazione urbana, punta a capitalizzare. Gli aspetti che, ancorchè segnati da ambiguità, potremmo definire ‘positivi’ (principalmente: il trasferimento di Città della Scienza, che peraltro mantiene una testa di ponte sulla spiaggia per sfruttare le attività commerciali ad essa connesse, e la grande spiaggia pubblica, che non sappiamo ancora se sia effettivamente tale, e se vada da La Pietra a Nisida oppure sia concentrata esclusivamente nei 700 metri dell’area centrale); questi aspetti, diventano il paravento di una brutale operazione di mercato, finanziata con capitali privati (i Bagnoli Bonds), compiacentemente sostenuti da una quota (peraltro ancora imprecisata) di finanziamenti pubblici. Il capitalismo non cambia: socializzare le perdite, privatizzare i profitti. Altro che bene comune!

Su tutto, spicca l’inaccettabile metodo di informare la città a trattativa conclusa, azzerando le garanzie delle procedure ordinarie ed ogni reale possibilità di osservazione e critica da parte dei cittadini; offende l’accettazione sostanziale della cabina di regia e del commissariamento urbanistico dell’area, rinnegando la battaglia condotta, con il sostegno attivo dei movimenti, contro l’articolo 33 dello SbloccaItalia.

Per tutto questo, riteniamo l’accordo inaccettabile. Su Bagnoli non possono decidere Governo e Comune ma occorre dare l’ultima parola ai napoletani. Chiediamo quindi che sia indetta subito una consultazione cittadina sull’accordo.

SU BAGNOLI, DECIDA LA CITTA’:

IL SINDACO INDICA UN REFERENDUM COMUNALE

NO AL COMMISSARIAMENTO URBANISTICO E AD INVITALIA

GIU’ LE MANI DA NISIDA: NO AL PORTO ED AGLI ALBERGHI DI LUSSO,

SI’ AD OSTELLI, LABORATORI AMBIENTALI, APPRODO PER VELA E CANOTTAGGIO

SPIAGGIA PUBBLICA A GESTIONE COMUNALE DA NISIDA A LA PIETRA

Napoli, 17 luglio 2017 Assise Cittadina per Bagnoli

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