Le foto si commentano da sole. L’happening convocato dalle Sardine nel periferico quartiere napoletano di Scampia, uno dei quartieri più popolari e socialmente complessi di Napoli, ha registrato un clamoroso flop. Le foto scattate dal giornale online Il Desk, restituiscono una immagine impietosa, una sorta di doppio incidente di percorso dopo la foto con Benetton.
All’appuntamento convocato ieri dal movimento delle Sardine davanti alla Stazione della Metropolitana 1 si sono presentate una quindicina di persone. E si che l’iniziativa era stata convocata sul terreno consueto su cui il movimento è nato ossia contro la Lega e Salvini. Quest’ultimo a Napoli aveva subito contestazioni assai più numerose e “contundenti” per le quali alcuni attivisti antifascisti sono sotto processo.
Tant’è che la maggioranza delle persone che erano venute a Scampia per contestare Salvini hanno preferito andarsene in corteo lasciando la piazza alle Sardine, e lì il flop si è palesato chiaramente. Gli abitanti della periferia ma anche tutto quel popolo della sinistra che a novembre si era fomentato per le Sardine, questa volta non è rimasto fulminato. “Abbiamo preferito non cancellare l’evento perché era previsto a seguire un incontro con le varie realtà che operano sul territorio” è il commento sui social di Bruno Martirano, “Non ci aspettavamo neanche lontanamente di ripetere i numeri di Piazza Dante, ma registriamo con entusiasmo che il quartiere ha risposto anche con concentramenti in punti diversi dal nostro: crediamo che le differenze siano un valore, perché mai abbiamo pensato di sovrapporci a chi porta avanti le proprie lotte da molto prima delle neonate sardine. Non è questo e non sarà tale il nostro approccio”.
Parlando ai giornalisti Antonella Cerciello delle Sardine, ha provato a metterci una toppa: “Qui la realtà è complessa” afferma. “Probabilmente abbiamo utilizzato una modalità di comunicazione sbagliata – chiosa Bruno Martirano, un altro dei promotori dell’iniziativa – ma abbiamo incontrato il Gridas ed alcune associazioni e torneremo a Scampia, prima delle manifestazione nazionale del 14-15 marzo”.
Sul flop delle Sardine a Scampia possono aver pesato diversi fattori: non è stata gradita la foto immagine con Benetton e con l’imprenditore-fotografo Oliviero Toscani che è riuscito a dare il peggio di sé con un commento irricevibile sul crollo del Ponte Morandi; in secondo luogo il movimento delle Sardine non ha certo le caratteristiche sociali idonee per “battere” le periferie. La scelta di misurarsi con un territorio come Scampia era apparsa coraggiosa, ma la realtà è da tempo che ci dice quanto un certo populismo buonista non sia il messaggio adatto per recuperare relazioni e consensi nelle periferie metropolitane; in terzo luogo l’esito delle elezioni regionali in Emilia Romagna, con il tesoretto del sistema Pd portato in salvo per altri cinque anni, ha visto sia smobilitazione delle Sardine che abbassamento delle sponsorizzazioni mediatiche che ne avevano facilitato l’emersione.
E’ possibile che quello di Scampia sia solo un altro incidente di percorso per le Sardine, ma abbiamo ragione di ritenere che sia invece il risultato di una dinamica sociale che, come altre simili, viene usata e consumata rapidamente dal sistema perché priva di una reale autonomia.
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