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Quarto. 10 100 1000 Brigate di Solidarietà

Per comprendere realmente chi sono le Brigate di Solidarietà e come nascono, è necessario chiarire quali realtà compongono le Brigate affinché non venga obliato il lavoro politico ante-virus.

Le Brigate non nascono come un deus ex machina, bensì sono il risultato logico ed organico di un minuzioso attivismo politico impiantato capillarmente sul territorio quartese da alcuni anni.

Le realtà principali che hanno concorso alla costruzione pratica delle Brigate sin dall’inizio dello scoppio pandemico del Covid-19 sono il Collettivo Autorganizzato Popolare 80010 e il Quartograd, con la partecipazione attiva della lista civica «Un’altra città» con Davide Secone sindaco e avente quattro consiglieri comunali all’opposizione.

Le restrizioni governative che impongono tuttora di restare a casa per evitare la diffusione del virus hanno certamente contribuito al calo dei contagi, per una parte, ma hanno aggravato notevolmente la condizione economica di moltissimi lavoratori, i quali – e specie nel Mezzogiorno d’Italia – non sono protetti da alcun contratto regolare o peggio sono disoccupati, o nei migliori dei casi sono finiti ad affollare l’esercito dei cassa integrati, per un’altra parte.

Pertanto, l’organizzazione per dar vita alle Brigate è stata condotta piuttosto repentinamente e ha avviato un servizio mutualistico per non lasciare alcuna famiglia senza piatto a tavola.

Inizialmente, oltre alla Caritas, eravamo gli unici a proporre questo servizio, dal momento che il Comune aveva ritardato l’organizzazione per consegnare i pacchi alimentari, giungendo così a consegnare circa 60-70 pacchi giornalieri, grazie alla collaborazione di molti commercianti del territorio che hanno contribuito con la donazione dei beni alimentari e grazie alle numerose donazioni effettuate sull’Iban dell’A.S.D. Quartograd, che ci hanno permesso di acquistare ulteriori beni alimentari.

La nostra organizzazione ha previsto la divisione dei compiti per facilitare il lavoro delle Brigate, con la formazione di un “ufficio call center” da casa incaricato di ricevere tutte le chiamate e raccogliere le informazioni previste per la consegna del pacco; la suddivisione tra chi (max 4 persone) compone i pacchi alimentari e chi (automunito) è incaricato di consegnare domiciliarmente i pacchi alimentari.

Per enfatizzare la natura politica del nostro intervento, abbiamo inserito da sempre un volantino all’interno del pacco alimentare che spiegasse anzitutto chi eravamo e chiarendo il nostro concetto di solidarietà, espresso in termini di classe e non come gesto meramente caritatevole. E dal momento che la Caritas e il Comune compongono non più di 15 pacchi al giorno, abbiamo dovuto necessariamente adattarci poiché i supermercati hanno cominciato a dividere la spesa solidale tra noi, il Comune e la Caritas.

Ma le chiamate sono aumentate giorno dopo giorno e le persone lamentavano l’eccessiva burocratizzazione del Comune che ritardava ad inserire i casi critici come prioritari. Abbiamo deciso di istituire un’altra commissione impegnata a chiamare nuovamente tutte le persone che avevano già ricevuto il pacco alimentare per spiegare e chiarire quale fosse il nostro lavoro, motivando quindi come fosse la forza  dell’autorganizzazione e della mobilitazione delle persone il reale motore delle Brigate, invitandole perciò ad intervenire praticamente nel nostro lavoro, ma soprattutto abbiamo e stiamo tuttora facendo compilare telefonicamente un questionario di inchiesta sociale.

Una scelta politica decisiva per comprendere concretamente in quali condizioni versano oggigiorno i lavoratori del nostro paese, che non a caso rispecchia la piaga diffusa del Mezzogiorno: lavoro a nero e disoccupazione di massa; cassa integrazione e contratto non corrispondente alla realtà.

Tra le proposte che il questionario indicava, ovvero tra un’estensione del reddito di quarantena e il blocco immediato dei fitti e delle utenze, è stata quest’ultima ad avere più risonanza, confermando in qualche modo il grado di maturità politica dei lavoratori che esprimono inequivocabilmente il diritto alla casa.

Dopo la distribuzione dei fondi stanziati dal Governo ai Comuni, affinché provvedessero alla distribuzione dei buoni spesa, abbiamo avviato una campagna propagandistica per il paese, con l’affissione di numerosi striscioni che sollecitassero il Sindaco a distribuire prontamente i buoni spesa.

Dopo dodici giorni di assenza totale, è stato deciso di organizzare un presidio simbolico sotto il Comune, rispettando le distanze di sicurezza e reclamando con cartelli preparati ad hoc l’immediata distribuzione dei buoni spesa per chi avesse reddito zero.

Una delegazione è salita per parlare con il primo cittadino, il quale ha motivato il ritardo con la giustificazione dell’eccessiva trasparenza messa in atto dall’amministrazione per essere sicuri che nessuno avesse fatto richiesta mentre percepiva il reddito o altri ammortizzatori sociali.

Come al solito, l’ipocrisia della legalità provinciale e piccolo-borghese si è preoccupata di mostrare la propria trasparenza in una situazione di grave crisi economica, lasciando per più di dieci giorni intere famiglie in balìa del caso, mentre durante i quasi due anni di amministrazione non ha mai attuato un reale controllo politico per frenare l’avanzata dell’abusivismo edilizio e coprendo in tal modo chi in effetti ha contribuito a finanziare la campagna elettorale del primo cittadino, “amico di amici”.

Avviandomi velocemente alle conclusioni, preme aggiungere che le diverse azioni di propaganda e di mobilitazione si stanno svolgendo contemporaneamente con le altre numerose iniziative messe in campo nel napoletano e sul territorio nazionale.

Abbiamo avviato una comunicazione reciproca con la Rete di Noivogliamo tutto per coordinare politicamente le singole azioni e inserirle in tal modo in un contesto di protesta diffuso in tutta Italia. Saranno rilanciate altre iniziative durante la settimana tra il 25 aprile e il 1° maggio.

La nostra lotta si concentra preminentemente sul territorio di Quarto, essendo una periferia composta da più di 40 mila abitanti e che punta a frenare quel giro d’affari clientelare che sta devastando Quarto da vent’anni a questa parte ormai, proponendo una battaglia politico-culturale che coinvolga una generazione appiattita dall’abbrutimento periferico e perseguendo l’obiettivo di sviluppare una chiara presa di coscienza collettiva specialmente nei giovani.

Ma la necessità è duplice: dal momento che Quarto presenta tutte le problematiche tipiche del Sud Italia, dalla carenza infrastrutturale al disagio del lavoro, ci proponiamo di coordinarci con altre reti di lotta per affrontare unitamente le contraddizioni di un capitalismo straccione e innovativo così come si presenta nel Mezzogiorno d’Italia, affinché si sviluppi una prospettiva di lotta programmatica.

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2 Commenti


  • Luigia Atripaldi

    Che dire ….la vostra operatività nonfa altro che rafforzzare sempre di più il senso di appartenenza che ci porta ad essere sempre a fianco di quanti hanno bisogno,tutti.
    Senza distinzione di classe siciale,di religione.
    Grandi BRIGATE, mi dispiace solo di non potervi aiutare per questioni strettamente familiari.
    CHE DIRE CERCO DI FARE IN MODO CHE LA GENERAZIONE DEGLI ANZIANI NON SCOMPAGLIA.
    BUON LAVORO A TUTTI E HLVS.
    Se posso contribuire con un piccolo sostegno economico fatemelo sapere.


  • Antonia

    Salve Luigia! Grazie mille per il sostegno.
    Le lascio il nostro Iban:IBAN: IT77V0760103400001036294690
    INTESTATARIO IBAN: ASD QUARTOGRAD
    CAUSALE: EMERGENZA COVID-19
    e la nostra pagina Facebook https://www.facebook.com/BrigateSolidarietaIV/

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