Oltre due mesi di quarantena e ancora nessuna soluzione concreta da parte del governo Conte per i settori della popolazione che hanno avuto pesanti danni economici durante quest’emergenza: tanti lavoratori attendono ancora la Cassa integrazione; diversi stagionali, Co.Co.Co, braccianti, lavoratori dello spettacolo e partite Iva non hanno potuto accedere nemmeno al bonus di € 600,00.
Moltissimi altri, lavoratori atipici, in nero, disoccupati, studenti, non hanno potuto beneficiare di nessuno strumento di sostegno economico e i buoni spesa erogati ai Comuni sono tutt’altro che sufficienti, anzi spesso i bandi risultano escludenti verso categorie in difficoltà.
Stamattina a Napoli abbiamo portato i sacchetti della spesa sotto Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli. Quella spesa che migliaia di famiglie napoletane in difficoltà ancora non riescono a fare.
Da settimane ormai la nostra rete sociale chiede di allargare i requisiti per distribuire i bonus da 300 euro anche a chi percepisce quote basse di reddito di cittadinanza, di inclusione oppure una pensione sociale.
Questo soprattutto alla luce del fatto che nelle casse comunali, dopo la prima e la seconda graduatoria, sono avanzati diversi milioni di euro stanziati dal Governo per l’acquisto di generi alimentari e di prima necessità.
Con noi sotto la sede del Comune di Napoli manifestano anche gli ex lavoratori Apu (Attività di pubblica utilità).
“Le imprese possono aprire e gli Apu possono morire?” recita lo striscione esposto dai precari.
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