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Campania. La saga criminale della sanità privata/convenzionata

Questa mattina, rispettando la consumata casistica statistica del nostro territorio, si è determinato l’ennesimo blitz dei carabinieri che ha portato all’arresto di 59 personaggi legati – come sostiene la Procura della Repubblica – a vari clan camorristici operativi nell’area Nord di Napoli.

Se tra gli arrestati non figurassero i 3 fratelli del senatore di Forza Italia e già Presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, e se tra gli indagati non risulterebbe lo stesso Luigi, ci troveremmo di fronte alle periodiche operazioni di polizia che investono l’area metropolitana di Napoli le quali si riproducono periodicamente nel tempo senza destare particolare attenzione nell’opinione pubblica.

Invece – da quello che inizia ad emergere dalle prime indiscrezioni – questa volta siamo assistendo alla conferma giudiziaria e penale del perverso intreccio tra pezzi consistenti del potere politico, ambienti della criminalità organizzata e la grande saga della Sanità convenzionata e privata che, da decenni, prospera allegramente in Campania.

Al centro dell’inchiesta, oltre al solito corollario di pratiche mafiose, c’è l’operatività del mastodontico Centro Medico “Igea” di Sant’Antimo un vero e proprio colosso privato (ma abbondantemente sovvenzionato da convenzioni pubbliche di ogni tipologia) della Sanità il quale – oggettivamente – fungerebbe da “collettore” di fondi e da macchina affaristica e clientelare per organizzare sia il rilevante business economico ma anche il consenso elettorale nelle periodiche campagne elettorale.

Si squaderna, dunque, con questa Inchiesta (per onor di cronaca dobbiamo citare che tra gli arrestati ci sono anche due Marescialli dei Carabinieri che erano al servizio dei clan) un altro tassello del lungo elenco di irregolarità, di affarismo e di pratiche criminali che prosperano nel grande calderone economico e politico della Sanità in Campania.

Da tempo si producono inchieste giornalistiche (come quelle di Report o di Fanpage) ed inchieste giudiziarie che portano alla luce questo perverso quadro criminale che tutto produce tranne che la pianificazione del diritto alla salute della popolazione campana. Eppure le cifre economiche stanziate dai governi nazionali e dalle amministrazioni regionali sono cifre iperboliche che dovrebbero – almeno teoricamente – assicurare standard di prevenzione e di cura altamente qualificati.

Invece – come bene sa chi è costretto a ricorrere alla necessità di cure mediche e come anche la recente pandemia ha dimostrato – in Campania sono aumentati i tempi di attesa, si sono abbassati i livelli di prestazione elementare e cresce il numero delle persone escluse dai necessari percorsi di tutela sanitaria. Il tutto in un territorio dove alle classiche patologie mediche di questo periodo storico si aggiungono le conseguenze tragiche della storica manomissione ambientale che la Campania ha subito con l’esplosione della fenomenologia della Terra dei Fuochi.

Naturalmente non spetta a noi stabilire chi tra gli arrestati ha “violato il Codice Penale”, oppure certificare se il pupillo del Presidente della Regione De Luca, tale Ciro Verdoliva, direttore della ASL Napoli 1, la più grossa dell’Italia Meridionale, sia un “distrattore di fondi pubblici”, ma – sicuramente – spetta a noi denunciare questo autentico grumo criminogeno e criminale che si produce a ridosso dell’affaire/Sanità e che costituisce la fortuna di personaggi politici, di imprese e di camorristi “vecchi e nuovi”.

Da questo punto di vista le mobilitazioni degli attivisti politici e sociali di queste settimane (tra cui la campagna di Potere al Popolo e le iniziative dell’ Unione Sindacale di Base), le proteste di associazioni di operatori del settore (come Medicina Democratica) e le denunce di quanti decidono di scrollarsi di dosso queste modalità pessime di gestione della “cosa pubblica”,  sono un buon viatico che occorre sostenere, articolare e generalizzare anche nell’imminente campagna elettorale regionale per tentare di mandare a casa una rappresentanza politica che ha speculato, manomesso e saccheggiato non solo le finanze pubbliche ma – soprattutto – il diritto alla vita dei campani.

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