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Salerno in piazza contro l’invio di armi e spese militari

Giovedì siamo stati in piazza a Salerno per ribadire ancora una volta:
– STOP ALL’INVIO DI ARMI
– NO ALL’AUMENTO DELLE SPESE MILITARI
– FUORI L’ITALIA DALLA NATO
– BASTA SANZIONI CHE COMPORTANO AUMENTI DEI PREZZI
Nello stesso giorno in cui iniziavano le operazioni militari in Ucraina, Israele bombardava Damasco, l’Arabia Saudita bombardava con armi italiane in Yemen e gli Usa bombardavano la Somalia. Eppure l’Europa si è indignata solo per le bombe russe scoprendo ipocritamente di essere in guerra. La guerra è sempre da condannare, non esistono morti di “serie A” e morti di “serie B”.
Esistono però morti di “serie B” uccisi con le armi vendute da paesi di “serie A”. E negli stessi paesi di “serie A”, chi risente delle conseguenze della guerra sono i cittadini di “serie B”. Dell’aumento dei prezzi di benzina, gas e generi alimentari in Italia ne stavamo sentendo le conseguenze mesi fa. Ma ora, con lo scoppio della guerra, la situazione è peggiorata e le spese che gravano sempre di più sui bilanci familiari sono diventate insostenibili.
Come se questo problema non esistesse, il governo italiano – come gli altri governi dei paesi dell’UE – ha deciso di aumentare le spese militari. Nonostante in questi anni ci avessero sempre detto che non si potevano spendere soldi per assumere, per investire nelle infrastrutture e nei servizi pubblici, per aumentare gli armamenti si sono invece trovati tutti subito d’accordo, senza tanti vincoli di bilancio.
I governi politici e tecnici che in questi ultimi anni si sono succeduti alla guida del nostro paese, hanno sempre decretato che non si potevano più spendere soldi pubblici nelle infrastrutture, nella sanità, nei trasporti, nei servizi sociali, a causa dei vincoli di bilancio imposti dall’Unione Europea.
Il Governo Draghi, invece, per aumentare le spese militari le risorse pubbliche le sta trovando eccome, coinvolgendo l’Italia in un’economia di guerra al servizio dell’imperialismo americano, che va solo a detrimento delle classi lavoratrici. È evidente che si preferisca investire sulla morte piuttosto che garantire un’esistenza dignitosa a tutte e tutti, con sanità e scuola pubbliche e difesa dell’ambiente.
Non è di secondaria importanza anche il ruolo che la NATO ha svolto nell’area, attraverso azioni di provocazione e apertamente ostili al fine di alzare la tensione tra le parti. In particolare gli Stati Uniti che anche in questi mesi stanno contribuendo con dichiarazioni incendiarie e sanzioni economiche a rendere più complicato trovare soluzioni diplomatiche per la fine delle ostilità.
Misure prontamente accolte dall’UE, nonostante comportino un forte aumento dei prezzi di materie prime e dei generi alimentari, non aiutino in alcun modo a deporre le armi, ma anzi incattiviscono chi le subisce.
Dunque, oggi è sempre più necessario ribadirlo: l’Italia deve uscire dalla NATO!
Proprio a causa di questa alleanza, infatti, l’Italia partecipa al programma atomico: nel nostro paese sono presenti ufficialmente 120 basi NATO, con più di 13mila soldati americani e almeno 70 bombe atomiche di proprietà degli USA. Un’alleanza che dovrebbe essere difensiva, ma che invece utilizza l’Italia come deposito nucleari strategico degli americani, che provoca i paesi esterni e costringe i suoi membri a scendere – nei fatti – in guerra, nonché ad adottare politiche anti-popolari per sostenersi.
Mentre per la povera gente i soldi non ci sono mai, per fare la guerra i soldi si trovano sempre. La guerra la pagano i popoli e se vogliamo la pace, come diceva qualcuno, dovremmo iniziare a preparare la rivoluzione.

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