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Aversa. Assemblea popolare contro “i fuochi”

Con la stagione estiva, oltre al caldo anomalo che rende difficile anche solo pensare di andare a fare una passeggiata, data la quasi totale assenza di spazi verdi a causa di chi il verde lo mangia ogni giorno con le proprie colate di cemento, sono tornati i roghi. Sono tornate quelle colonne di fumo nero che non avremmo più voluto vedere perché significano morte e disperazione, ma che scandiscono da troppo tempo l’esistenza di questo nostro territorio ormai sacrificato e succube di scelte dall’alto prese da chi evidentemente pensa di poter sopravvivere, come diceva qualcuno, “comprando l’acqua minerale”.

La nostra classe dirigente non solo continua a fallire, ma sembra non rendersi conto della gravità del problema e della rabbia che, come succede ad un termometro in queste caldi ondate di calore, continua a salire. Noi la rabbia del nostro territorio la sentiamo tutta, siamo noi i primi ad essere arrabbiati perché qui ci viviamo ed ogni giorno ci battiamo per un altro futuro possibile.

Vediamo però in torno a noi un nemico e questo nemico, cresciuto dopo anni di battaglie che ci hanno lasciato poco, è la rassegnazione. Noi non vogliamo rassegnarci a chiuderci in casa alla vista della prima colonna di fumo nero, non vogliamo che le nostre sofferenze anneghino nell’indifferenza e invisibilità che accompagna i tanti malati oncologici di cui le nostre famiglie sono spesso piene, in sintesi non ci rassegniamo e non ci rassegneremo mai a morire.

Siamo giovani, ma non come qualcuno pensa inesperti o idealisti. L’unico idealismo che vediamo all’orizzonte è quello di chi pensa che qui si debba continuare a far finta di nulla, che vada tutto bene. Noi crediamo non solo che non vada tutto bene, ma che ci sia bisogno di una vera alternativa e che questa volta l’alternativa nasca dalle piazze e si moltiplichi.

L’unica prospettiva che ha questo territorio è quella di avere una comunità che lotti per i propri diritti, che sono i più basilari, come il diritto a una vita dignitosa di essere vissuta. Non è vita quella in cui bisogna raccontare ai propri figli favole per non farli uscire fuori al balcone perché un rogo sta bruciando. Non è vita quella in cui i nostri coetanei sono costretti a emigrare.

Non è vita quella in cui dopo aver lavorato tutto il giorno, non si può uscire a passeggiare perché fuori c’è chi costruisce deserti di cemento che alimentano la morte clinica delle nostre terre. Non è vita quella in cui dopo aver lavorato tutta una vita, si muore dopo pochi anni di pensione di cancro, tra i disservizi di una sanità pubblica che cede sempre di più il passo verso il privato.

Per questo lanciamo l’8 luglio una prima assemblea, ad Aversa, aperta a tutti e tutte, per insorgere e per tornare ad avere la forza di indicare noi la strada alla politica. Siamo qui per dire che: divisi siamo niente, ma uniti siamo tutto. Unisciti a noi e riscriviamo insieme la nostra storia, perché non c’è nulla di scolpito sulla pietra come vorrebbero farci credere.

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