Ve la ricordate la cosiddetta “terra dei fuochi?” Quel territorio compreso tra le province di Caserta e Napoli che nei decenni scorsi è salito alla ribalta delle cronache nazionali per l’interramento dei rifiuti tossici, provenienti dalle fabbriche del nord italia, nei terreni e poi per i continui roghi di rifiuti, atti a cancellare le tracce di lavorazione edile o industriale di aziende “fantasma”.
Grazie alle denunce e alle lotte della cittadinanza qualcosa è cambiato. Nelle campagne non si scava più per infossare i rifiuti però i fuochi persistono. E ovviamente si continua ad ammalare e a morire per malattie gravissime come tumore e leucemia. Compresi bambini e neonati. Una strage a bassa intensità ma continua, costante nel tempo.
Per questo ad Aversa venerdì scorso si è tenuta un’assemblea pubblica, nel parco comunale. Anzi in realtà l’assemblea si è poi svolta al di fuori, presso i cancelli di ingresso del parco. Infatti la notte prima un violento nubifragio ha abbattuto alberi e sradicato piante e il parco è stato precauzionalmente chiuso al pubblico.
Poco male. L’assemblea è stata bella e riuscita. Non una folla oceanica ma comunque un buon gruppo di cittadini e realtà locali. Che hanno preso la parola. Rappresentanti di comitati locali dei comuni dell’area agro-aversana ovvero Giugliano, Villaricca, Quarto e ovviamente di Aversa.
In questi anni i comitati hanno innanzitutto capito che da soli si può ottenere qualcosa ma,uniti con altri comitati di territori vicini, si può ottenere ancora di più. Anche perché se la Regione decide di costruire un nuovo biodigestore ad Aversa è evidente che le ripercussioni vi saranno anche per i territori circostanti, sia sotto forma di effluvi e cattivi odori, sia come ricadute sociali che sanitarie.
Ed è chiaro che la salute è sempre stata al centro delle proteste di questi anni. Per almeno 20 anni questi territori hanno visto l’incidenza di tumori e patologie crescere continuamente tra la popolazione. E una strage di bambini che grida ancora vendetta. Si è formata una coscienza ambientalista diffusa e radicata da queste parti.
Qui non è difficile incontrare cittadini che sanno spiegarti per filo e per segno come funziona l’intero ciclo dei rifiuti, che tecnologie vengono utilizzate e quali sono le condizioni dirette di questi processi sul territorio e sulle persone.
D’altronde ammalarsi in Campania è ulteriormente penalizzante. La sanità è al collasso. Sia per le politiche neocolonialiste dello stato italiano, che ripartiscono a livello nazionale le risorse privilegiando spudoratamente le regioni tosco-padane, sia per il livello di voracità criminale delle locali classi dirigenti.
Basta vedere il “sistema De Luca”. Istituti sanitari e ospedali come terreni di clientelismo e corruzioni varie. Tra appalti e subappalti che impoveriscono le casse pubbliche e arricchiscono le consorterie criminali. E primari e direttori quali collettori di pacchetti elettorali.
Oramai il medico è il mestiere più diffuso tra i candidati alle elezioni regionali. Se la politica decide gli incarichi, gli incaricati o aspiranti tali, hanno il dovere di portare il proprio buon pacchetto di voti al Duca Supremo.
Quel De Luca che dopo il primo mandato, era generalmente schifato da tutta la popolazione campana, proprio per i disastri della sanità,e che nemmeno il suo partito voleva più candidare visti i sondaggi disastrosi.
Poi sappiamo come è andata. Il covid, la grande paura e il De Luca che si trasforma in un personaggio popolare. E vincente. Anzi stravincente. Un vero plebiscito per lui nelle elezioni di settembre 2020. Una cosa mai vista.
Vinte anzi stravinte le elezioni, De luca implementa ulteriormente il suo sistema criminale. Cambia le regole di accesso ai fondi regionali sanitari e nuovo spoil system per i nuovi mutati tempi.
Con questo soggetto, con il suo partito sempre più antipopolare, con una classe imprenditoriale e dirigente di tal fatta, è con loro che i movimenti ambientalisti locali dovranno confrontarsi. E sarà una impresa.
De Luca è uno squalo senza pietà che già in passato ha gettato fango sui comitati e cercato di criminalizzare il dissenso. Ha provocato e fatto la vittima. E’ arrivato addirittura a negare che esista una terra dei fuochi. Nel mentre che chiudeva ospedali e pronto soccorso in tutta la regione. Solo a Napoli negli ultimi anni sono stati soppressi 5 p.s. Un vero crimine.
Un primo banco di prova del duello Comitati vs De Luca si avrà nella giornata del 25 settembre. Infatti quel giorno è stato proclamato da Friday For Future uno Sciopero Globale per il clima e l’ambiente.
Il gruppo locale di FFF di Aversa, composto da tanti giovani, ha proposto al presidio di venerdi che le proteste si svolgano proprio in un giorno così simbolicamente carico per le lotte ambientali. Gli altri gruppi e comitati presenti si sono ritrovati in sintonia.
Sintonia tra i gruppi ambientalisti locali che in questi anni ha prodotto, a parte la “mitica” giornata del 2013 con più di 100mila persone in piazza a Napoli, anche diverse piccole e grandi vittorie ogni qual volta che venivano decisi sopra le loro teste, provvedimenti ad alto tasso di inquinamento quale depositi di ecoballe , inceneritori e altri impianti impattanti con un territorio già ampiamente provato.
Appuntamento quindi a settembre. Per il futuro di queste terre e di nostra amata Madre Terra.
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