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Campania: acqua pubblica sotto tiro, il Ddl Concorrenza è una minaccia gravissima

Intervista ad Antonio Rega e Tommaso Sorrentino  del Movimento Campano contro la Privatizzazione dell’Acqua

Da mesi – con l’avvio dei contenuti previsti dal Decreto Concorrenza e, localmente, da alcuni deliberati dell’Amministrazione Comunale di Napoli e di altri Enti Locali – è ripreso l’attacco all’Acqua Pubblica.

Come se non bastasse in numerose aree dell’area metropolitana – nonostante tariffe altissime – continuano i disservizi e le criticità ai danni della qualità della vita delle persone.

Intanto è ripresa la mobilitazione dei Comitati e delle Associazioni Indipendenti contro l’ennesimo scippo ai contenuti normativi e sociali del Referendum che affermò il diritto all’Acqua Pubblica nel nostro paese.

Abbiamo incontrato Antonio Rega e Tommaso Sorrentino, due compagni che, da sempre, sono protagonisti delle mobilitazioni e delle lotte a difesa di questo sacrosanto diritto.

Dopo un periodo di relativo stallo il complesso dei poteri forti hanno ripreso l’attacco al diritto all’Acqua Pubblica mettendo – nei fatti – sotto i piedi la volontà dei cittadini che con lo svolgimento del Referendum avevano chiaramente affermato la loro contrarietà a qualsivoglia progetto di Privatizzazione. Ci fate un quadro dell’attuale situazione nazionale e delle modifiche che potranno palesarsi con le politiche del Governo Draghi e, più specificatamente, con il famigerato “Decreto Concorrenza”?

In questi anni il risultato del referendum del 2011 è stato un argine, una  resistenza, alla deriva privatizzatrice dei diversi governi succedutisi nel corso degli anni. Una linea di governo ovviamente orientata neoliberismo in ogni sua espressione.  Pesanti attacchi sono arrivati con lo Sblocca Italia, ma anche nel Decreto Madia c’è stato un tentativo di impedire la gestione di Servizi Pubblici escludendo la possibilità di farlo attraverso lo strumento dell’Azienda Speciale ma –  fortunatamente grazie alla Costituzione – tali tentativi sono stati dichiarati illegittimi Da novembre 2021 stiamo facendo campagna sempre insieme al Coordinamento Regionale Campano Acqua e soprattutto al Forum Nazionale Acqua Bene Comune, contro il “Ddl Concorrenza” che tenta addirittura di ribaltare la normale funzione degli Enti Locali, e cioè garantire a tutti e a tutte l’accesso ai servizi pubblici di qualità, tenendo presenti le difficoltà delle fasce più svantaggiate della Società.  Paradossale la “giustificazione”richiesta nell’ art.6 (di cui chiediamo l’Abrogazione) agli Enti locali del mancato ricorso al mercato, qualora si prefigurasse la legittima volontà di espletare l’erogazione di un servizio in proprio, senza esternalizzare.

Il “Ddl Concorrenza” rappresenta inoltre “una” delle Riforme abilitanti (da attuare!) per l’erogazione delle tranche di fondi PNRR.

Abbiamo appreso dalla stampa che la Società ABC (Acqua Bene Comune) di Napoli che gestisce questa risorsa in città è stata esclusa dai progetti del PNRR mentre altre aziende saranno al centro dei progetti infrastrutturali e dei finanziamenti che stanno per arrivare. Potete farci comprendere qual è il segno politico di questa decisione la quale, oggettivamente, non sembra alludere ad un futuro prossimo in cui la risorsa/Acqua venga tenuta al riparo dalle mire della speculazione e dell’affarismo?

Nella prima tranche di fondi (Maggio’22) Abc Napoli è stata esclusa da questa misura.  Sembrerebbe che possa avvenire invece un recupero nella “finestra” del prossimo Ottobre.  Se i numeri che stanno circolando sono fondati (minori risorse a disposizione) pensiamo ci sia poco da essere ottimisti.

Inoltre se considerando che in Campania ad Acea/Gori, fondi PON compresi, arrivano più di 120 milioni, possiamo tranquillamente affermare che si sta realizzando quanto scritto nella Relazione di Accompagnamento del PNRR su Idrico, e cioè che “il SUD in ritardo” rappresenterà per le Multiutility la nuova frontiera per le privatizzazioni. Quindi la parte più consistente di risorse arriverà ai privati.  Anche tale segnale lo leggiamo come un avversità verso l’Azienda Speciale che appunto è uno “strumento scomodo” perché obbliga e reinvestire eventuali utili di esercizio, e quindi indebolirlo allo stesso modo in cui in questi decenni sono stati  delegittimati gli Enti Locali con meno risorse  e pesanti tagli per garantire servizi.

In tutto questo scenario per Abc Napoli il famigerato “Patto per Napoli” non promette nulla di buono considerata la sfida finanziaria in cui si ritrova il Comune di Napoli che potrebbe tentare l’utilizzo affaristico delle Aziende Partecipate – ancora formalmente “pubbliche” – come una sorta di Bancomat per “riequilibrare i conti”.

Per il prossimo Venerdì 10 giugno, la Regione Campania, ha indetto gli “Stati Generali sull’Ambiente in Campania”. Il tema dell’Acqua, del suo ciclo integrato, la questione delle bonifiche e della possibile riqualificazione di fiumi e pezzi di territorio devastati dalla manomissione ambientale saranno al centro dei dibattiti e dei confronti in programma. Che tipo di iniziative avete messo in campo per quella giornata e quali sono gli obiettivi e le ragioni sociali che intendete avanzare?

La Regione Campania a questo Convegno invita Suez ed Acea, dimostrando nei fatti di essere in sintonia con multinazionali dell’Oro blu. Nei fatti l’Amministrazione De Luca si mostra poco propensa a sostenere soggetti pubblici come Abc Napoli, Alto Calore Servizi, Citl Caserta. La Legge Regionale del 2015 in questi anni ha prodotto ben poco, anzi ha avversato per esempio l’estensione dell’Azienda Speciale a Nord di Napoli osteggiando la delibera del Distretto Napoli del 2019. In seguito con la definitiva separazione della Città di Napoli dai 31 comuni del distretto si è voluto creare una sorta di isolamento dell’esperienza cittadina di Napoli frutto, comunque, di quella anomalia amministrativa che ha governato la città nell’ultimo decennio. In questa fase, quindi, c’è da recuperare lo spirito e le ragioni sociali del Referendum, che ha visto tante forze politiche, sociali e sindacali  agire insieme in un unica direzione. Abbiamo imparato negli anni che le forti mobilitazioni a difesa dell’Acqua Pubblica avvengono solo quando i cittadini si accorgono delle bollette salate, ma in quel momento, purtroppo, è già troppo tardi. Attualmente gli affidamenti ai privati al fine di garantire profitti certi avvengono con durata di tempo di almeno 20 anni per cui c’è bisogno di determinare una mobilitazione duratura, diffusa ed articolata territorialmente.

A partire dalla nostra contrarietà alla Kermesse organizzata dalla Regione Campania continuiamo, assieme a tante attiviste ed attivisti, la vigilanza e la lotta a difesa di questo fondamentale diritto alla vita.

 

 

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