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Forlì/Cesena. Il “Faro del Duce” torna a darci luce?

E' di questi giorni la notizia che l' ANPI Provinciale di Forlì-Cesena  ha dato ufficialmente l'assenso alla riattivazione  del faro collocato all'interno dell'ex residenza di Mussolini  : il castello di Rocca delle camminate (nei pressi di Meldola , primo Appennino forlivese).  Per ristrutturare il Castello, luogo nelle cui segrete è stato torturato ferocemente un partigiano, gli enti locali Piddini,insieme al contributo di "privati", non hanno lesinato spese: 4 milioni e trecentomila euro per aumentare l'"offerta" del turismo cameratesco in camicia nera che ha come "perla" Predappio dove è sepolto Mussolini, a cui andranno aggiunti altri 25 mila euro per la riattivazione del faro che in alcuni giorni particolari, fra cui il 25 Aprile (!), illuminerà la Romagna . Si perchè per gli amministratori  provinciali  e enti locali vari,  sono queste le vere priorità e non la carenza cronica di alloggi popolari  o la mancanza di fondi per le scuole che cadono a pezzi …
Nonostante le ridicole motivazioni    da parte del Presidente dell'ANPI di Forlì-Cesena niente può giustificare  queste scelte che infangano il sacrificio di chi è morto e rafforzano quel processo bipartisan di rilegittimazione del ventennio fascista in una fase molto critica del nostro paese dove: si torna a praticare interventi militari dell'Italia in vari scenari di guerra, anche se mascherati da scopi "umanitari"; si riscontra un restringimento degli spazi di libertà e una presenza sempre più massiccia di appartenenti alle forze dell'ordine che manifestano ,nella pratica e sui social, le loro "simpatie" fasciste; dove la demagogia strumentale dei nuovi gruppi fascisti del "terzo millennio", definiti bravi ragazzi dai rapporti dei servizi segreti  diretti dall'attuale Ministro Piddino  Minniti, rischia  di  ripristinare in un momento di crisi strutturale, un clima  d'intimidazioni , aggressioni  e xenofobia. Non è abbastanza?
Fare finta che anche la scelta di attivare il"Faro di Mussolini" non abbia una ricaduta propagandistica e ideologica  è cattiva coscienza !
Certo se il progetto di riutilizzo di questi spazi fosse stata la creazione di un museo sugli orrori e i crimini fascisti in Italia e nel mondo sarebbe stato diverso ma tutte le scelte fatte in questi   anni  vanno nella direzione esattamente opposta: in simbiosi  con la logica della cosìdetta "memoria condivisa", che poggia le sue basi sulla mistificazione storica e un revisionismo martellante formalizzato nella giornata del "ricordo" dove tante vittime celebrate sono i carnefici del "Giorno della memoria".
Speriamo che altri membri e iscritti all'ANPI facciano sentire pubblicamente il loro dissenso rispetto a queste scelte  . Non vorremmo che una Associazione di partigiani finisca  per diventare una Associazione bipartisani…
 
* Rete dei comunisti Cesena

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