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Verona antifascista in piazza contro la cittadinanza a Poroshenko

La giunta comunale di Verona ha approvato la proposta del sindaco Flavio Tosi di conferire la cittadinanza onoraria al capo della giunta golpista ucraina Poroshenko, quale segno di riconoscenza per il recupero dei quadri di Castelvecchio, offendendo la nostra comune memoria antifascista.

Verona democratica e antifascista, medaglia d’oro della Resistenza, non può tollerare che venga concessa la cittadinanza onoraria  a chi, come il golpista e filo – nazista Poroshenko, nel metodo e nel merito, ha violato i principi della democrazia e del diritto internazionale con lo sterminio di migliaia di civili.

Ieri 11 giugno il Comitato veronese di solidarietà con l’Ucraina antifascista ha protestato di fronte a Palazzo Barbieri, sede del Comune, per chiedere l’immediata revoca della suddetta decisione, in nome dell’antifascismo, dell’antimperialismo, del sostegno alle repubbliche del Donbass e di Lugansk, dell’opposizione alla Nato e all’Unione Europea complice e acquiescente.

 

Ross@ Verona

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2 Commenti


  • francesco

    E vergognoso il riconoscimento del sindaco Tosi al presidente dell’Ucraina Poroshenko dittatore filonazista responsabile di centinaia di migliaia di vittime innocenti Tosi ha offeso la memoria dei milioni di uomini donne bambini morti nei lager nazisti in nome di ideali hitleriana esaltati da Poroshenko La cittadinanza veronese non può accettare questo vile atto di Tosi che speriamo scompaia al più presto dalla scena politica italiana


  • Christian de Dampierre Raimondi

    Certamente i colpi di stato, la corsa agli armamenti e la guerra non rappresentano la via giusta per risolvere i gravi problemi della nazione ucraina, dopo la catastrofe di Chernobil, cui ancora si deve porre rimedio con la definitiva messa in sicurezza degli impianti nucleari. Infrastrutture, scuole e sanità pubblica, queste le priorità, e non certo gli armamenti ! Inoltre, è impensabile ricorrere a forze paramilitari neonaziste, del tutto illegali, in nome della democrazia. Infatti, fu l’organizzazione industriale e agricola, insieme alle forze popolari, dei paesi dell’occidente, come dell’oriente, nei momenti davvero cruciali della storia, a salvare il destino delle democrazie, contrapposte alla forza distruttiva dei regimi autoritari del ‘900. I paesi baltici e i paesi dell’est europeo devono rappresentare un ponte, fatto di scambi e pacifici commerci, verso gli sconfinati territori della Russia, per il reciproco vantaggio. Solo in questo modo possiamo parlare di democrazia e porre fine a tutte le politiche imperiali della guerra fredda.

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