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Bologna: un weekend di nuovo in piazza

Bologna riprende il suo trantran quotidiano e con questo riprendono anche le iniziative di mobilitazione che segnano come questi mesi di chiusura totale abbiano prodotto e stiano producendo effetti e ricadute sociali che non possono rimanere senza un responsabile e senza una soluzione.

Se venerdì USB è scesa in presidio sotto la Regione per rivendicare l’annoso problema del precariato degli operatori sanitari, prima elevati ad eroi e oggi sul ciglio del dimenticatoio, mentre in città lo sciopero dei trasporti inaugurava un nuovo week end di lotta.

La giornata di sabato ha visto scendere in piazza i lavoratori dello spettacolo e della cultura, settore messo in crisi duramente da questa pandemia e i cui lavoratori rivendicano “un reddito di continuità che traghetti il comparto culturale fino alla ripresa piena dei singoli settori ne garantisca l’esistenza, salvaguardando i rapporti di lavoro in atto”.

Dall’altro lato della piazza i migranti sono scesi in presidio in Piazza Maggiore per la regolarizzazione di tutti e tutte, rivendicando il “permesso di soggiorno europeo incondizionato”, e in solidarietà con le proteste partite da Minneapolis. Le voci della piazza si sono alzate forti “contro chi non ci vuole fare respirare perché siamo migranti, perché siamo neri, perché siamo clandestini, perché siamo froci!”.

Ultimo corteo, ma non per importanza, quello degli anarchici che al grido di “Spegnete le antenne, non le coscienze!”, ha attraversato la città in solidarietà con i 12 attivisti arrestati per associazione terroristica il 13 maggio scorso e rilasciati sabato dopo che il tribunale del riesame aveva demolito gran parte delle accuse.

L’inchiesta, condotta dal pm Dambruoso e dal procuratore Amato, aveva portato all’arresto di 12 persone per il danneggiamento dei ripetitori televisivi di Monte Donato, vicino a Bologna, con accuse molto pesanti, legati all’associazione terroristica.

Accuse evidentemente  troppo pesanti, che hanno tolto qualche settimana di vita a 12 attivisti ma che, fortunatamente, sono cadute.

Nella settimana appena passata si sono viste le forze dell’ordine smantellare il parco di Xm24 e resprimere il tentativo di riappropriazione dello stabile, poi rilasciare gli anarchici arrestati.

Ieri a Siena la Digos ha minacciato un attivista di Potere al Popolo..

Se questi sono i piccoli segnali della “fase 2”, dal punto di vista della repressione, non c’è che da stare molto attenti, perché il gioco del bastone e la carota potrebbe finire male..

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