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Bologna. Gli studenti rispondono all’assessore

Abbiamo appreso dalle colonne dei giornali che lo scorso venerdì 25 settembre, durante il question time in Consiglio Comunale, l’assessore alla mobilità Mazzanti è stato interrogato rispetto al problema degli autobus da e per la Fiera, dove da quasi un mese facciamo lezione.

L’assessore ci suggerisce che non c’è nessun problema, che se l’autobus è pieno possiamo prendere quello dopo. È evidente che l’Assessore non prende ogni mattina un autobus per raggiungere la zona della fiera e un altro bus per andarsene all’ora dell’uscita delle scuole.

Per far capire a tutti qual è la situazione che viviamo stiamo raccogliendo testimonianze, video e messaggi dei nostri compagni di scuola rispetto alle condizioni degli autobus e delle scuole in Fiera.

Per questo scriviamo questa lettera, per rispondere all’assessore e fargli vedere qual è la realtà.

Vorremmo poter seguire il consiglio di Mazzanti di fronte ad un autobus pieno, ma il problema è che “l’autobus dopo” è altrettanto stipato di lavoratori che si recano nelle scuole o agli uffici della Regione o della Fiera e di studenti che a migliaia sono stati spostati nei padiglioni.

Cosa dovremmo fare, aspettare quello ancora dopo ed entrare ogni mattina in ritardo? Come dovremmo fare poi noi studenti a decidere se un autobus rispetta o meno le norme sulla capienza massima? Alla fermata dovremmo calcolare la percentuale di passeggeri rispetto alla capienza massima mentre l’autobus sta arrivando?

Al ritorno, neanche a dirlo, la situazione è la medesima. Più di una volta abbiamo visto gruppi di nostri compagni di scuola scendere dopo poche fermate e proseguire a piedi perché era impossibile stare sugli autobus. E se ancora è possibile farsi qualche chilometro a piedi pur di respirare ed evitare il rischio di contagio, come dovremmo fare quando arriverà la brutta stagione?

Quello del sovraffollamento è un problema che abbiamo sempre vissuto sugli autobus, ma che quest’anno è diventato un vero e proprio attacco alla salute pubblica. L’assessore, così come la presidente di Tper, che qualche giorno fa si ripuliva la coscienza dicendo di aver fatto tutto il possibile, non possono lavarsene le mani, qui c’è in gioco la nostra salute, quella delle nostre famiglie e di tutta la collettività.

Vogliamo dirlo chiaramente: non è stato fatto abbastanza! Non è stato fatto abbastanza perché di fronte ad una situazione di emergenza sanitaria come quella che ancora stiamo vivendo, un servizio fondamentale come quello del trasporto locale dovrebbe tornare a servire gli interessi e i bisogni degli studenti, dei lavoratori, di tutti coloro che ne hanno bisogno.

Non è accettabile che una società come Tper sia a gestione privata, distribuisca utili milionari ogni anno ai suoi azionisti, e non sia in grado di gestire un servizio adeguato alle necessità della città e di garantire le minime misure di sicurezza, tanto più in questo momento.

Gli autobus che ci servono vanno trovati investendo i soldi nell’acquisto di nuovi mezzi per aumentare le corse in sicurezza. E se i soci Tper non sono d’accordo, il Comune e gli enti pubblici devono prendersi la responsabilità politica di imporlo, reinternalizzando il servizio di trasporto affinché torni finalmente pubblico!

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1 Commento


  • Andrea Bo

    A Mazzanti degli studenti non importa una beata m.
    A Bologna, alle comunali che ci saranno fra pochi mesi, gli studenti fuori sede mica voteranno…

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