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Verso Bologna 2030, la cotoletta è quasi servita

Domenica 4 Ottobre, si è svolta l’ultima serata di Metropolis Bologna 2030, l’evento organizzato questo fine settimana da Coalizione Civica, la lista cittadina nata attorno al nucleo locale di Sinistra Italiana che raccoglie attorno a sé anche vari soggetti della società civile bolognese e che alle ultime elezioni amministrative è riuscita a eleggere due consiglieri.

Durante le giornate di venerdì, sabato e domenica, presso il Parco della Montagnola, si sono svolti dibattiti, tavoli tematici, presentazioni di libri e concerti. Il clou della tre giorni però è stato certamente il dibattito conclusivo, che ha visto partecipare tutte le forze che gravitano attorno al PD e che si riconoscono nella formula politica di centro-sinistra che oggi sta guidando il nostro paese.

Oltre alla padrona di casa Emily Clancy, di Coalizione Civica, hanno preso parte alla tavola rotonda Virgilio Merola (Sindaco di Bologna), Amelia Frascaroli (Consigliere uscente, eletta con la coalizione di Merola nella lista Rete Civica Iperbole), Massimo Bugani (Consigliere 5 Stelle), Dora Palumbo (Consigliere ex 5 Stelle), Silvia Zamboni (Federazione dei Verdi) e la Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Elly Schlein. Tra i presenti nella platea, si segnalava anche la presenza dell’Assessore Lepore, uno dei papabili tra i candidati a sindaco del Centrosinistra.

Dagli interventi degli invitati emerge che l’ipotesi di una grande ammucchiata per le amministrative del 2021 non è affatto da scartare, anzi l’incontro sembra sugellare l’intesa come passaggio naturale.

Il giro di interventi è stato aperto da Emily Clancy che ha riassunto brevemente le aree tematiche attorno a cui è stata organizzata la tre giorni: ambiente e clima, scuola, emergenza Covid, crisi economica e disuguaglianze, accoglienza e questioni di genere.

Subito dopo ha preso la parola il Sindaco Merola, che ha messo immediatamente sul tavolo l’agenda del PD per i prossimi 5 anni e ha stabilito una road map per la costruzione di una ipotetica lista unitaria. Il Sindaco ha infatti fatto presente ai rappresentanti delle altre forze politiche invitate che entro il 15 Novembre la questione coalizione dovrà esser chiusa. Poi ha fatto un breve quadro delle prime iniziative che, se la prossima tornata elettorale dovesse confermare il suo partito alla guida della città, caratterizzeranno la nuova amministrazione.

Merola ha precisato che, dopo la Linea Rossa del tram, verranno avviati progetti per la costruzione di altre linee del tram, da finanziare con il Recovery Fund e con il MES. Poco purtroppo ha detto riguardo le iniziative volte a proteggere gli strati più deboli della cittadinanza. La risposta agli scandali e alle tragedie avvenute durante il picco della pandemia nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (R.S.A.) dovrebbe essere una poco chiara “innovazione” del welfare per anziani.

Mentre sul tema disoccupazione e precariato si è accennato solo a un “miglioramento” del Reddito di Cittadinanza, senza specificarne i termini e confermando di fatto la chiave di lettura andata per la maggiore nel dibattito degli ultimi giorni, in cui si omette che la scarsa finalizzazione del sussidio in risvolti occupazionali è dovuta principalmente ai salari da fame di questo paese.

Il Consigliere dei 5 Stelle molto vicino a Casaleggio, Massimo Bugani, ha mostrato chiarissimi segni di apertura all’ipotesi di una coalizione con il PD, parlando di fare di Bologna il laboratorio per una alleanza organica di tutte le forze progressiste (tra queste dovrebbe rientrare anche il Movimento 5 Stelle, quello del governo con la Lega, quello dei Decreti Salvini e dei “taxi del mare”, lasciamo perdere….) contro il “pericolo delle destre” e per una “amministrazione all’insegna di trasparenza e tecnologia”. Esperimento – ha sottolineato Bugani – esportabile anche in altre regioni e comuni e persino su scala nazionale.

Considerando che con la tenuta dell’attuale governo le alleanze territoriali tra pentastellati e PD sono già un dato di fatto, le parole di Bugani sembrano indicare un passo ulteriore, soprattutto alla luce delle dichiarazioni di Casaleggio pubblicate proprio ieri dai giornali.

Di altro avviso si è mostrata invece Dora Palumbo, che ha abbandonato il Movimento 5 Stelle proprio a seguito dell’alleanza di governo con la Lega Nord. La consigliera, a fronte della crisi economica dovuta al Covid, ha esortato la sinistra a fare la sua parte nella lotta per la riduzione delle disuguaglianze, in modo da non lasciare spazio alle destre per il ruolo di opposizione.

Sono seguiti gli interventi di Amelia Frascaroli e Silvia Zamboni, che hanno parlato rispettivamente di questione abitativa e di temi ambientali. Con una bella faccia di bronzo, considerando la passione per sfratti e sgomberi dimostrata dal Comune ai tempi in cui proprio la prima era assessore al Welfare e la confermata proiezione a cementificare da parte dell’attuale giunta regionale (formatasi anche grazie ai voti dei Verdi, tanto criticati anche nei propri ambienti).

La parola è poi passata a Elly Schlein. La Vicepresidente della Regione ha esposto le sue idee su come migliorare la vita sotto le Due Torri: risolvere l’emergenza climatica attraverso una viabilità più sostenibile (trasporti pubblici e piste ciclabili), lavorare per un maggiore efficientamento dei servizi sanitari nei territori grazie alle sinergie tra pubblico e privato, aumentare i collegamenti del centro città con le periferie e il resto della Città Metropolitana, istruire iniziative culturali per aumentare l’inclusione, migliorare le condizioni delle donne.

Insomma, la solita retorica delle generiche “buone intenzioni” che stanno a cuore a tutti e che l’hanno portata ad essere, come Capolista di Emilia Coraggiosa (!?), la “lady preferenze” alle Regionali 2020 e utile a confermare uno dei governatori regionali più a destra, tra le fila del PD, e che ben si guarda da dare corpo anche ad uno solo di questi elementi programmatici.

La chiusura del dibattito è ovviamente stata affidata a Emily Clancy, che ha iniziato affermando che Coalizione Civica è “pronta per il potere” e per contribuire alla partecipazione dei cittadini nell’amministrazione della città. Un “nuovo modello di città” – ha sottolineato la Clancy – che non sia più “vetrina”, ma che ambisca a diventare entro il 2030 tra le 150 città europee a emissioni neutre. La consigliera ha infatti posto particolare enfasi alla questione del verde pubblico e allo stop ai processi di cementificazione, in primis la realizzazione del passante autostradale.

In conclusione, confrontando i temi trattati a Metropolis Bologna 2030 con la risposta politica che si vuole dare loro, non si può far a meno di notare che la nuova strategia di Coalizione Civica contiene una grossa contraddizione: da un lato la comprensibile volontà di portare dentro l’amministrazione i temi cari a Coalizione, dopo 5 anni di “opposizione” (“costruttiva”, ha tenuto a sottolineare il Sindaco Merola); dall’altra la prospettiva di doverlo fare in posizione subalterna con una forza politica, il PD, che per questioni ideologiche e di classe ha mostrato di affrontare le questioni sollevate durante la tre giorni in modo molto poco “progressista”.

Alla questione ambientale e alla tutela del verde, il PD ha risposto favorendo l’edilizia speculativa; alla questione degli affitti e delle abitazioni ha risposto con sfratti e sgomberi; alla questione del precariato, con le esternalizzazioni alle cooperative; alla questioni di rappresentanza e partecipazione, tagliando il numero di parlamentari per compiacere gli alleati di governo.

Insomma, non il migliore alleato per portare avanti la proposta programmatica esposta durante il weekend.

Comunque, staremo a vedere come evolverà la questione nelle prossime settimane, consapevoli che se la grande ammucchiata andasse in porto, nella prossima tornata elettorale ci sarà bisogno di chi si faccia portavoce, senza atteggiamenti compromissori, delle esigenze delle classi popolari e dei settori più deboli della cittadinanza (questione abitativa, lavoro, disuguaglianze e servizi sociali nelle periferie, etc).

Nel bel mezzo della crisi economica causata dal Covid, barattare queste istanze per un posto in giunta correndo alla spartizione delle briciole del Recovery Fund è una linea che, dopo il patto all’amatriciana nella Capitale, sembra più l’ipotesi di un “patto alla cotoletta” alla bolognese che si sa, alla fine ti resta nello stomaco.

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