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Bologna. Basta morti sul lavoro, manifestazione sotto la Prefettura

Basta morti sul lavoro. Per protestare contro la strage sui posti di lavoro e invocando “vendetta” per Luana, la giovane operaia rimasta uccisa in un fabbrica di Prato, ieri a Bologna si è tenuta una manifestazione e un corteo sotto la Prefettura.

È una guerra contro chi lavora, una guerra fatta dai padroni che lascia ogni anno mille vittime dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici.

Luana aveva solo 22 anni. Era una giovane lavoratrice, una giovane madre, morta ammazzata dal rullo dell’azienda tessile in cui lavorava a Montemurlo, provincia di Prato, da cui è stata risucchiata. Una morte orribile, che poteva essere evitata se solo fossero state rispettate le norme ed i dispositivi di sicurezza che vengono troppo spesso lasciati senza manutenzione o ignorati per dare priorità agli accelerati ritmi di produzione.

Il colpevole di quello che è a tutti gli effetti un omicidio porta il nome di Confindustria, che da tempo ha deciso che ammazzare i lavoratori è lecito in nome dell’efficienza e del profitto. Ma complici sono anche il governo e le forze politiche che oggi lo sostengono e che hanno governato in questi anni, che da destra a sinistra indistintamente hanno smantellato i diritti conquistati dai lavoratori pezzo dopo pezzo.

Tutto questo è stato confermato da come le istituzioni hanno gestito il lavoro durante la pandemia. Le abbiamo infatti viste supine al volere degli industriali, trattando i lavoratori come carne da macello per non rischiare di toccare i profitti dei padroni e mettendo così a repentaglio la salute di tutti. E ancora i soldi del PNRR andranno come sempre ad arricchire le tasche dei padroni tra sgravi fiscali, decontribuzioni e bonus di vario tipo: i profitti crescono, così come lo sfruttamento, mentre i diritti restano fermi se non arretrano.

Nel 2021 in Italia sono morte più di due persone al giorno sul posto di lavoro. È una strage vera e propria e Confindustria ha ancora il coraggio di chiedere meno regole e controlli, in nome di una maggior competitività.

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