Menu

Piazza Verdi. Dal PD alla Lega un unico coro: “più polizia”

Ieri siamo tornati a prendere parola sulla questione che sta infuocando il dibattito politico: la movida in zona universitaria.

Lo abbiamo fatto andando proprio in piazza Verdi, con il flash-mob “Indovina chi l’ha detto”, per sottolineare come, al di fuori delle scaramucce elettorali, Aitini e Lepore dicono le stesse cose, che tra l’altro sono le stesse del leghista Bosco: piazze chiuse, e ben pattugliate.

Il senso del flash-mob l’ha dato la candidata per Bologna di Potere al Popolo, Marta Collot. Una volta finite le primarie, il primo pensiero di Lepore non è stato per i lavoratori che con lo sblocco dei licenziamenti rischiano la disoccupazione, non per l’ondata di sfratti in arrivo, ma per il “terribile” problema della movida.

Marta Collot è già intervenuta nei giorni scorsi sulla questione, con una riflessione in merito anche a un modello di socialità insano a cui sono costretti oggi i giovani. Ma concentrarsi solo sui problemi della zona universitaria serve a distogliere l’attenzione dai problemi reali di questa città, scaricando la responsabilità sempre sui giovani che vengono criminalizzati.

Come Potere al Popolo non siamo più disposti ad accettare che le fasce giovanili servano solo per essere spremute o come capro espiatorio per tutti i mali cittadini, per questo la nostra proposta è quella non di chiudere, ma di aprire nuovi spazi di cultura e socialità, recuperando gli immobili vuoti, sia pubblici che privati, a partire dalla caserme dismesse.

Per questo la nostra proposta è rimettere i giovani al centro di un progetto fatto di lavoro degno, alloggi adeguati, non di una “super” città solo per chi se la può permettere, ma di una città per chi la vive.

Per questo la nostra proposta è quella di Bologna Città Pubblica.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *