Lo abbiamo detto dall’inizio: per noi la campagna elettorale è un’occasione per stare per le strade, nei quartieri popolari, per ascoltare e incontrare chi questa città la vive.
Ieri siamo stati nel quartiere San Donato per parlare di lavoro aldilà della retorica patinata che cerca di darsi questa amministrazione la realtà è un’altra: lavoro povero, precarietà contrattuale e sfruttamento nella selva degli appalti e dei subappalti tanto nel settore della logistica quanto nel pubblico, nei servizi alla persona, nei trasporti ma addirittura tra le fila degli stessi lavoratori comunali del pubblico impiego.
Tanti interventi di lavoratori e delegati sindacali di USB e Si Cobas hanno fatto emergere un quadro in cui i diritti vengono sistematicamente calpestati e viene colpito chi cerca di organizzarsi e alzare la testa.
Non ci stupisce che l’Emilia Romagna sia risultata sul podio per lavoro nero e false cooperative.
D’altronde non basta una mascherina rosa per cancellare il fatto che il PD sia il partito del Job’s act, al governo con chi liberalizza ulteriormente gli appalti e sbocca i licenziamenti..
Noi di Potere al Popolo invece pretendiamo salario minimo 9 €/ora, e siamo convinti che il Comune debba fare la sua parte, invertendo la strada intrapresa dalle ultime amministrazioni, ovvero tramite la reinternalizzazione di tutti i servizi pubblici e l’assunzione di ispettori del lavoro per mettere fine alla catena di precarietà e salari da fame.
Certamente un’idea di Città molto diversa da quella attuale fondata sullo sfruttamento, diametralmente opposta alla vetrina per turisti al centro della Valle della logistica. Un’idea di #BolognaCittaPubblica
* candidata sindaco di Bologna, portavoce nazionale di Potere al Popolo
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