Ieri pomeriggio si è svolto il Consiglio di Quartiere Savena aperto ai cittadini.
Tutto esaurito in presenza ed un’altra 30ina in remoto.
In questa occasione abbiamo trovato un muro di silenzio rispetto alle criticità della costruzione degli eco-mostri. Le riepiloghiamo di seguito:
– in una città con migliaia di appartamenti vuoti, perché si lasciano costruire grattacieli?
– perché non vengono effettuati controlli stringenti e quotidiani sulle attività del cantiere?
– perché non si interrompono immediatamente i lavori dopo che sono state rinvenute rinvenute lastre di Eternit (cioè amianto)?
– perché non si sanziona la società costruttrice che aveva dichiarato che tra i detriti non vi erano sostanze pericolose come l’amianto?
– perché non si sanziona la società costruttrice che effettua lavori rumorosi che provocano la fuga dei bambini dalle aule del plesso scolastico adiacente al cantiere (a 6 mt. dallo stesso) in orario scolastico, dopo aver dichiarato che li avrebbe fatti nel periodo estivo?
– perché si è permessa la costruzione di 3 palazzi che tolgono luce ed aria a tutti quelli circostanti, comprese le scuole, impedendo ai residenti di installare pannelli solari sui tetti che rimangono in ombra?
– perché non si è tenuto conto del fatto che l’arrivo di 120/130 nuove auto creeranno nuovi ulteriori problemi in una zona già congestionata e con pochi parcheggi?
– perché a suo tempo il Quartiere non convocò un Consiglio aperto ai cittadini in cui si potesse discutere di un eventuale utilizzo alternativo dell’area ex-Persici?
Dagli assessori abbiamo scoperto che:
– i cittadini e le cittadine invece di fare un comitato dovevano partecipare ai laboratori della “riqualificazione diffusa”;
– siamo noi che non capiamo che il comune vorrebbe cambiare le cose ma non ne ha l’autorità;
– che in questi casi loro non possono farci niente, ma si stanno attrezzando per evitare altre situazioni del genere nel quartiere e in città (come? fra quanto? e nel frattempo?);
– che noi vogliamo mantenere tutto come era (cosa falsa) e quindi non siamo progressisti, ma loro che sono per i cambiamenti (quali? In che direzione?) lo sono;
– l’assessora Orioli (ora alla Mobilità, prima all’Urbanistica) non ha proferito parola sulla vicenda del traffico, ma ci ha spiegato la differenza fra interventi urbanistici (più complessi) che coinvolgono quadranti e funzioni diverse e più grandi che hanno un controllo politico e normativo maggiore, ed interventi diretti che riguardano singole costruzioni su cui il Comune (dicono) non può intervenire (quindi alle ditte costruttrici basta suddividere i progetti in tanti singoli interventi per essere fuori dal controllo comunale?)
– purtroppo siamo noi che non capiamo che i cambiamenti – inevitabili – comportano per noi delle rinunce (perché?)
– che anche il ritrovamento dell’amianto non prevede l’interruzione dei lavori, ma l’Assessore Laudani si è impegnato a “monitorare” la situazione e a verificare se c’è la possibilità di sospendere i lavori (che non sono ancora stati sospesi!). Verificheremo le sue parole e le informazioni date ai cittadini.
Egregi assessori, egregi consiglieri di quartiere, le periferie di Bologna non sono il terzo mondo!
L’assessore è intervenuto con odiosa supponenza a spiegare ai cittadini che dovrebbero essere contenti se vengono costruite quelle torri perché riqualificano la zona.
Dunque, noi poveri beduini di periferia, non dobbiamo intestardirci a difendere le piazzette tranquille e i negozietti di vicinato. Non ci chiedono nemmeno cosa vogliamo oppure no: lo sanno loro!
La narrazione dell’assessore è tutta fasulla, a Bologna ci sono migliaia di appartamenti sfitti quindi le esigenze abitative potrebbero essere risolte in altro modo e cioè impiegando le risorse immobiliari presenti, sia quelle pubbliche (ci sono centinaia di appartamenti Acer vuoti) sia quelle private. Ma anche ammesso che si debba costruire nuovi palazzi ci sono, in città, zone più densamente abitate e zone meno.
Dicono che costruiscono in altezza per risparmiare suolo. Ma anche questa è una affermazione fasulla poiché (ISPI) la città di Bologna è una di quelle nelle quali il consumo di suolo nel 2020 è stato più alto.
Insomma, davanti a una montagna di menzogne e di mezze verità una cosa è emersa: noi non sappiamo quello che è il nostro bene.
Il nostro bene lo conosce l’assessore Laudani.
Con atteggiamento davvero colonialista lo ha detto: vuole cambiare lo skyline delle periferie (che in italiano significa costruire palazzoni ovunque).
Per questo ribadiamo che non ci arrenderemo e rilanciamo, come prima iniziativa post consiglio, l’ASSEMBLEA PUBBLICA SABATO 12 MARZO ALLE ORE 10 IN PIAZZA LAMBRAKIS in cui discuteremo assieme come continuare la mobilitazione.
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