Un altro operaio è morto in provincia di Bologna, è il secondo in pochi mesi, dopo l’operaio morto all’aeroporto Marconi il 13 settembre.
Il lavoratore 50enne casertano è stato ucciso da una frana mentre operava in uno scavo all’altezza di Pian del Voglio. Risulta che i lavori in quell’area facciano parte del PREVAM, il Progetto di Restauro e Valorizzazione Ambientale, un progetto in convenzione Autostrade e Ministero dei Trasporti iniziato un anno fa per le opere compensative della Variante di Valico, ovvero per la sistemazione dei movimenti franosi e delle opere idrauliche.
L’operaio lavorava per l’azienda AP costruzioni, del consorzio Krea, in appalto per Autostrade e MIT. Ancora una volta, i lavoratori in appalto sono i più a rischio, e anche i cinque operai uccisi nella strage di Brandizzo lavoravano in appalto sempre per progetti di infrastrutture pubbliche, così come l’operaio dell’aeroporto Marconi.
Da anni denunciamo gli appalti come strumento che colpisce i lavoratori, e che aiuta istituzioni e aziende in casi come questi a confondere le responsabilità, affinché nessuno sia mai colpevole.
La prima domanda che ci facciamo è quindi: è normale che un operaio venga mandato ad operare all’interno di una buca in quello che si sa già essere un territorio franoso? Autostrade e MIT come hanno costruito l’appalto, e come controllano sulla sicurezza per il lavoro?
Crediamo che ogni morte sul lavoro sia una responsabilità collettiva e politica, a maggior ragione se si muore lavorando per infrastrutture pubbliche.
Per questo ci chiediamo anche a livello locale, sia regionale che metropolitano, dove ogni giorno vengono sbandierati i vari patti per il lavoro, quali forme di tutela e di controllo le istituzioni mettano in alto, e se Regione e Città Metropolitana pensano di prendere parola, o se pensano che sia normale continuare a morire sul lavoro per infrastrutture pubbliche nel 2023.
Bisogna fermare la strage che uccide ogni giorno 3 lavoratori, in una generale impunità dei datori di lavori. Continuiamo quindi a raccogliere le firme per una legge di iniziativa popolare che introduca il reato di omicidio sul lavoro.
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