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Bologna. La Resistenza che serve alla città

Potere al Popolo è tra i promotori della mobilitazione che si terrà sabato 20/04 alle 18:30 sotto il sacrario del Nettuno in Piazza del Nettuno, sui temi delle resistenza a un sistema di potere antipopolare incarnato dalla giunta Lepore-Clancy: dal Patto Lepore-Piantendosi alle tante vertenze ambientali, agli sgomberi e sfratti con l’uso della forza pubblica. 

LA RESISTENZA CHE SERVE ALLA CITTÀ
Le resistenze di Bologna al Sacrario dei Partigiani nell’anniversario della

Liberazione della Città

Le adesioni, in aggiornamento: APS Città Invisibili, Centro Sociale Villa Paradiso, Circolo Granma, Comitato NO Palazzoni Due Madonne, Comitato Ippodromo Bene Comune, Ecoresistenze x Cambiare Rotta, OSA Bologna – Organizzazione Studentesca d’Alternativa,

Pratello R’Esiste, Potere al Popolo Bologna, Rete dei Comunisti Bologna, Santa Bellezza

Bologna è ricca di resistenze. Si stanno moltiplicando i percorsi collettivi e le diverse forme di organizzazione che sono sempre più necessari per difendere i quartieri dall’assedio del cemento e dalla grandi opere inutili e dannose come il Passante, per proteggere i loro abitanti dal comando della rendita immobiliare, per denunciare l’ennesima strage sul lavoro come quella di Suviana, per rivendicare il diritto al lavoro degno, per tutelare le periferie dal dispiegamento intimidatorio di forze di polizia, per garantire il diritto alla casa a chi se lo vede negato, per consentire il dissenso degli studenti di fronte a un genocidio, per tenere vivi spazi di cultura laddove tutto viene messo a bando e quindi a mercato.

La resistenza è obbligata dal momento in cui i bisogni di strati sempre più ampi della cittadinanza e le rivendicazioni di nuove generazioni vengono ignorati e ridicolizzati da chi amministra e, quando si osa resistere e alzare la voce, vengono repressi col manganello.

Veniamo da mesi di sgomberi realizzati o tentati, cariche contro manifestazioni di giovani pacifici, tavoli di confronto mai concessi o aperti solo al prezzo di una dura lotta, fino agli ultimi episodi di violenza con cui è stato confermato che gli sfratti la questione abitativa in generale vengono gestiti manu militari quando finiscono i palliativi messi in campo finora. Sono sempre di più le tensioni che si accumulano in città, e a metà mandato ormai l’amministrazione deve rendersi conto che esiste un’opposizione sociale che non può più nascondere con il suo racconto della Bologna pacificata dai più progressisti d’Europa.

Queste linee di tensione sono esplose nelle ultime settimane dentro una vertenza esemplare, con la lotta del Don Bosco che ha mostrato che si può vincere difendendo il bene comune, il verde urbano e la vivibilità dei quartieri in nome di chi li abita, anche contrattaccando politicamente contro il modello di sviluppo di questa giunta.

Chi resiste sotto le torri ha avuto il merito in questi mesi di smascherare il falso progressismo con cui la giunta civica e democratica finge un’opposizione al governo più a destra della storia repubblicana. La conferma del patto Lepore-Piantedosi, così come il sostegno del Ministro della Giustizia all’operato repressivo messo in campo dalle forze dell’ordine (a tutela delle scelte assunte da un Comune trincerato dietro ai propri finti percorsi partecipativi finché la vera partecipazione popolare non fa irruzione sulla scena), sono due squarci nella tela narrativa che avevano provato ad imporci.

Il sistema di potere politico risponde ormai solo all’intreccio con gli interessi privati, a tutti i livelli di governo e indipendentemente dal colore dei partiti. Questo fenomeno stringe ancora di più le maglie quando la coperta diventa corta, quando le spese nazionali vanno dirottate in favore della guerra e la società va intruppata perché stia nei ranghi.

Di fronte a questa stretta, le resistenze di Bologna hanno iniziato ad alzare la voce, e stanno rendendo onore alla parola “resistenza”.

Per questo, crediamo che l’anniversario della Liberazione di Bologna offra alle attuali resistenze cittadine l’occasione di rendere omaggio al Sacrario dei Partigiani, per far vivere quella memoria fuori dalla ritualistica dell’antifascismo di maniera di cui si ammantano il Consiglio Comunale e la Giunta, per ridare senso nuovo e vivo alle resistenze di oggi.

La sera del 20 aprile, nella vigilia dell’anniversario, costruiamo nuovi ponti con la memoria di ieri, e ci prepariamo a partecipare alla mobilitazione del 25 aprile intrecciando i nostri destini con quelli dei partigiani di oggi in terra di Palestina.

Bologna è rossa di vergogna.
Solo le resistenze possono ridare dignità a questa città.

 

 

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