Un principio consolidato per chi fa politica, e non solo, è sempre stato quello per cui sulle sconfitte bisogna riflettere mentre sulle vittorie bisogna costruire.
E soprattutto non bisogna “mollare di un millimetro” su ciò che si è conquistato con la continuità dell’iniziativa nel corso degli anni, specie se questo permette di rilanciare con più forza e più slancio quell’indipendenza politica che la sinistra radicale aveva derubricato a scelta “tattica” ed “occasionale” e non principio costitutivo del proprio agire.
Questo ancora più vero in tempi in cui la tendenza alla guerra sta facendo un salto di qualità con l’escalation in Ucraina nel febbraio del 2022 e con il conflitto regionale in Medio-Oriente, e la sempre maggiore militarizzazione sul fronte interno.
In questo solco tre iniziative importanti per la costruzione di una reale opposizione al governo Meloni e alla complementare amministrazione della “città più progressista d’Italia” si svolgeranno a Bologna il 20, il 21 ed il 25 aprile.
Un primo momento si svolgerà di fronte al Sacrario dei partigiani nella centrale piazza Nettuno nel tardo pomeriggio di sabato 20 aprile.
Alle 18.30 numerose realtà cittadine si sono date appuntamento di fronte alla Sala Borsa con l’appello “La Resistenza che serve alla città”.
Scrivono i firmatari: “Bologna è ricca di resistenze. Si stanno moltiplicando i percorsi collettivi e le diverse forme di organizzazione che sono sempre più necessari per difendere i quartieri dall’assedio del cemento e dalle grandi opere inutili e dannose come il Passante, per proteggere i loro abitanti dal comando della rendita immobiliare, per denunciare l’ennesima strage sul lavoro come quella di Suviana, per rivendicare il diritto al lavoro degno, per tutelare le periferie dal dispiegamento intimidatorio di forze di polizia, per garantire il diritto alla casa a chi se lo vede negato, per consentire il consenso il dissenso degli studenti di fronte a un genocidio, per tenere vivi spazi di cultura laddove tutto viene messo a bando e quindi a mercato”.
In questo quadro dettagliato di un’opposizione che prende sempre più forma con un profilo marcato, l’appello conclude: “Bologna è rossa di vergogna. Solo le resistenze possono ridare dignità a questa città a questa città”.
E la stanno ridando a tutti gli effetti sia contro il governo, che contro un’amministrazione che cerca di far dimenticare le proprie responsabilità con una operazione di “redswashing” attraverso un antifascismo di maniera ad uso e consumo elettorale.
Per questo riempire strade e piazze con parole d’ordine chiare in questo lungo anniversario della Liberazione contro il governo Meloni e l’amministrazione cittadina che gli è complementare è assolutamente necessario.
Proprio 21 aprile si svolgerà a Bologna, in via Ferrarese, la festa di strada partigiana “Oltre il Ponte”, giorno in cui si celebra l’anniversario della Liberazione del capoluogo emiliano dal nazi-fascismo.
La festa, organizzata dal Circolo Culturale Granma, è giunta alla sesta edizione e come sempre mette al centro – oltre alle iniziative ludiche e ricreative – un approccio squisitamente politico in un momento che ha conosciuto significative mobilitazioni per il boicottaggio accademico degli accordi con Israele – portate avanti tra gli altri da Cambiare Rotta e USB – la vittoriosa resistenza del Comitato Besta https://contropiano.org/news/politica-news/2024/04/10/bologna-don-bosco-una-vittoria-per-tutta-la-citta-0171167#:~:text=Un%20vecchio%20slogan%20diceva%20“La,Besta%2C%20nel%20quartiere%20San%20Donato – sostenuta tra gli altri da Potere al popolo e da Ecoresistenze – , e la lotta per introdurre il reato di omicidio sul lavoro, resa drammaticamente urgente dall’ennesima strage di lavoratori questa volta a Suviana in provincia di Bologna.
Scrive il Granma nel programma dell’indizione focalizzandosi sul quartiere dove opera: “La Bolognina ha una storia legata alla resistenza molto profonda, un quartiere operaio e popolare che ancora oggi resiste alle trasformazioni che a macchia d’olio lo stanno snaturando”.
La festa quindi, vuole essere un ponte tra passato, presente e futuro del quartiere riannodando quel filo rosso che l’ha sempre caratterizzato e ha influenzato la vita della città, e di continua ad essere uno dei cuori pulsanti.
Continua il Circolo: ”Speculazione edilizia, gentrificazione, politiche securitarie, chiusura di ogni tipo di socialità slegata dal profitto e una cultura sempre più svuotata di contenuti” sta impattando la vita del quartiere e dei suoi abitanti, ma lo stesso si potrebbe dire di tutto il “quadrante Nord” della città”.
Questo fa assumere alla Bolognina “più i tratti del centro città vetrina, con opere costruite ad hoc per attrarre investimenti e turisti, come il nuovo museo della cultura, la piazza Lucio Dalla, il Polo della Conoscenza. Per non parlare dei progetti urbani come il tram e il passante che in comune hanno solo la cementificazione selvaggia del quartiere e non certo la tutela dell’ambiente come millantato dall’amministrazione Lepore-Clancy.”
Bisogna ricordare che il “sacco di Bologna” ha conosciuto una notevole battuta d’arresto grazie alla vittoriosa resistenza del Comitato Besta che ha per ora impedito l’avvio di uno dei tanti progetti di speculazione edilizia in città e che ha dato forza a chi, nel capoluogo emiliano, lotta contro “il partito del tondino e del mattone” a cui l’attuale giunta sembra avere consegnato da tempo le chiavi di Bologna.
Come riporta Potere al Popolo è nato nei giorni scorsi il Comitato Bertalia/Lazzaretto del quartiere Navile “da anni vittima dei cantieri del People Mover, del passaggio incessante dei voli diretti al Marconi e delle lente ma continue gettate di cemento di cemento nell’area del Lazzaretto”.
Il Corriere aveva già parlato alcuni giorni fa di una “Coalizione verde” che sta nascendo e che unisce, grazie all’esempio vittorioso delle Besta, i vari comitati. Una ipotesi ripresa dopo la fruttuosa azione di monitoraggio/intervento del comitato del Navile.
Scrive infatti il Corriere, questo giovedì: “il rischio di moltiplicarsi di proteste e di stop ai cantieri in città inizia a preoccupare l’amministrazione che deve evitare che si arrivi ad altri casi Besta, ma che non può permettersi di fermare lavori programmati da anni e già cantierizzati”.
E nella Festa questo nuovo protagonismo politico troverà un momento di esposizione e rappresentazione, e nuovo slancio.
In generale, di fronte alle trasformazioni in atto la posizione degli organizzatori della festa è più che risoluta: “Non staremo certo a guardare mentre la Bolognina con la sua storia e la sua cultura viene svenduta al miglior offerente. Vogliamo che in questa giornata si alzi la voce di chi ogni giorno lotta per un avvenire migliore, di chi non resta in silenzio mentre in Palestina sta avvenendo un genocidio e si batte per il cessate al fuoco ora.”
Musica, incontri, banchetti, cibo e socialità “per grandi e piccini” anche questa volta caratterizzeranno le strade in cui si svolge la festa, per un giorno “liberato” dal traffico viario e restituito ad una socialità non ridotta al consumo della “città del food” e dei “grandi” eventi culturali a prezzi stratosferici, tesi a catturare i flussi turistici e non a soddisfare i bisogni di arricchimento culturale dei propri abitanti.
𝗦𝘂𝗹 𝗽𝗮𝗹𝗰𝗼 𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗮𝗹𝗲, si inizia alle 13.30 con l’iniziativa “Le Donne in Lotta” a cura della Rete dei Comunisti verso il 25 aprile in cui si ribadirà con forza che l’antifascismo è antisionismo.
Il titolo esteso dell’iniziativa è “Donne, comuniste e partigiane durante e dopo la lotta di liberazione dal nazi-fascismo a Bologna”https://www.retedeicomunisti.net/2024/04/12/le-donne-in-lotta-donne-comuniste-e-partigiane-durante-e-dopo-la-lotta-di-liberazione-dal-nazi-fascismo-a-bologna/ .
Difficile sintetizzare il programma completo ma vogliamo segnalare almeno tre momenti di assoluto rilievo.
Dalle 5 alle 6 del pomeriggio Mariam e Youssef porteranno sul palco attraverso la musica la tradizione ed i canti di resistenza del popolo Palestinese, che sta subendo un genocidio ed è sotto apartheid da piú di 75 anni con il concerto: Voci e musiche dalla Palestina.
Dalle Otto alle Nove di sera il Teatro dell’Assedio, dopo l’allestimento di “Dall’alto dei cieli bombe”https://contropiano.org/news/cultura-news/2024/03/29/dallalto-dei-cieli-bombe-lesperienza-del-laboratorio-del-teatro-dellassedio-0170802 , il laboratorio del Teatro dell’assedio porta in strada con una performance teatrale, la sua voce contro le guerre, i soprusi economici, civili e sociali. Una performance corale e vitale dove il gesto artistico si fa collettivo e politico.
Da non perdere, dopo le Nove, il concerto delle “Bestie Rare con DJ Amaro”, storico gruppo rap romano, alla base dei loro testi ci sono il rifiuto di ogni marginalizzazione e discriminazione in ogni aspetto della vita, la difesa della libertà di espressione.
Dopo l’appuntamento al sacrario in Piazza Nettuno ed in Bolognina, il 25 aprile sarà anche quest’anno – per Bologna e non solo – un momento importante.
Anche nel capoluogo Emiliano-Romagnolo la manifestazione che partirà da Piazza dell’Unità a metà mattinata per dirigersi al Pratello, dove si svolgerà la ormai “tradizionale” festa organizzata dal Pratello Resiste, il tema principale sarà la solidarietà senza se e senza ma alla Resistenza Palestinese.
Dalla partecipata assemblea al Centro Sociale della Pace al Pratello del 10 aprile promossa dalla Rete dei Comunisti, ribadendo la propria convinta adesione alla convocazione della manifestazione lanciata dai Giovani Palestinesi – Bologna sono uscite le parole d’ordine qualificanti per una proposta di spezzone: l’antifascismo è antisionismo, fuori l’Italia dalla NATO e da tutte le guerre che si concentrerà dalle 10 in piazza dell’unità.
Uno spezzone che vuole rappresentare un percorso di lotta reale in città dalle mobilitazioni degli studenti medi superiori – che hanno visto tornare in auge manifestazioni che non hanno fatto sconti all’attuale amministrazione https://contropiano.org/regionali/emilia-romagna/2024/03/02/bologna-la-rabbia-studentesca-infiamma-la-piazza-e-da-il-benservito-al-pd-0169960 e la forma dell’occupazione degli istituti come mezzo di lotta – alle vertenze dei lavoratori di USB che hanno visto riproporre l’asse studenti e lavoratori come alleanza strategica e motore del conflitto di classe su vari fronti, a percorsi di costruzione di una rappresentanza politica degna di questo nome – come Potere al Popolo – organica alle lotte che si sono sviluppate ed alternativa alla coazione a ripetere di una sinistra di classe subordinata alla logica delle alleanze elettorali su contenuti piuttosto annacquati senza alcuna prospettiva.
Ed in generale dove trovano “piena cittadinanza” chi si riprova con quelle parole d’ordine ed in quella prospettiva di lotta.
La sinistra di classe a Bologna, quindi, si da appuntamento in queste tre importanti tappe per costruire un’opposizione reale all’attuale esecutivo alternativa alle logiche del “campo largo” guardando quelle che saranno le prossime tappe nazionali.
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Vannini Andrea
bravi, cari compagni.
Sergio Binazzi
gran belle iniziative , bravi compagni!! probabilmente ci saranno penso anche iniziative il 21 e il 25 promosse dalla gang lepore – clancy con la solita presenza dell’esercito, in mancanza di partigiani già purtroppo deceduti. ci vuole una bella faccia tosta a celebrare la resistenza antifascista ed essere al contempo alleati con i nazisti ucraini che a loro volta, e anche da parte nostra, sono alleati con i fascisti sionisti israeliani, che continuano a vittimizarsi con la bandiera dell’olocausto e che stanno perpetrando ai palestinesi lo stesso sterminio subito, che non è di loro proprietà poiché furono massacrati non solo ebrei ma tanti e tanti altri. che vergogna.