Il ministro Piantedosi benedice la linea del finto dialogo di Lepore: i lavori devono andare avanti, per loro l’unico dialogo è quello sui dettagli marginali che non cambiano il progetto, il Parco Don Bosco “non deve diventare come la Val Susa”.
L’antifona è chiara: vogliono tornare a gestire la vertenza Besta come un problema di ordine pubblico da risolvere coi mezzi dell’ordine pubblico.
L’hanno fatto a Gennaio e si sono ritrovati con le reti del cantiere a terra e una magra figura. L’hanno fatto ad Aprile, la resistenza popolare ha respinto il tentativo di sgombero nonostante e il Sindaco Lepore è stato costretto ad aprire a un tavolo di trattativa salvo poi non presentarsi o presentarsi senza mai volersi sedere alla pari a discutere tutte le opzioni.
Invece di nascondersi dietro al possibile intervento della Corte dei Conti, Lepore dovrebbe spiegare a Bologna perché non dice in pubblico quanto costerebbe la ristrutturazione dell’edificio delle Scuole Besta attualmente esistenti, e quanto dovrebbe pagare il Comune di penale in caso di annullamento dei lavori avviati, e quale sia la differenza tra questi costi.
L’ostinazione con cui da mesi la giunta Lepore-Clancy rifiuta di discutere in pubblico questi numeri ci suggerisce che siano giuste le stime per cui ristrutturare l’esistente e pagare eventuali penali sarebbe comunque conveniente per le casse comunali.
L’asse Lepore-Piantedosi quindi torna a rafforzarsi, il Sindaco e la sua giunta si prenderanno le responsabilità politiche del ritorno ai manganelli.
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