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Terravision: arrestato il titolare e sequestrati i bus

Dopo una lunga indagine iniziata nel settembre del 2013 le Fiamme gialle del comando provinciale di Roma hanno arrestato oggi il referente di Terravision e di altre società collegate, Fabio Petroni, ed hanno messo sequestro preventivo una serie di aziende riconducibili appunto al marchio Terravision, che gestisce i trasporti via bus sulle tratte Roma-Ciampino-Fiumicino, Pisa/aeroporto-Firenze e Orio al serio-Milano, per un giro d’affari annuo di circa 35 milioni di euro.

Bloccati numerosi conti correnti e sequestrati anche i beni aziendali, compresi 13 bus. A Fabrio Petroni, che tra l’altro è anche presidente del Pisa Calcio, i finanzieri di Ostia, sul litorale romano, hanno consegnato un ordine di custodia cautelare agli arresti domiciliari.
Per assicurare la continuità aziendale e preservare il rapporto lavorativo dei numerosi dipendenti, l’Autorià Giudiziari ha affidato la gestione dell’azienda ad una amministrazione giudiziaria.

Secondo l’accusa le indagini avrebbero consentito di scoprire che gli amministratori di alcune società del gruppo non hanno pagato ingenti debiti tributari e previdenziali, attuando manovre elusive volte a rendere sostanzialmente inefficace la procedura di riscossione coattiva. Secondo le Fiamme Gialle la società titolare dei contratti con gli aeroporti, proprietaria anche degli autobus e delle licenze, era stata posta in liquidazione subito dopo aver ceduto a un “testa di legno” l’unico ramo d’azienda produttivo.

Tale cessione – formalmente sottostimata e mai, peraltro, realmente pagata – era stata effettuata al solo fine di limitare, in capo alla società cedente, la possibilità di essere chiamata in  causa sotto il profilo della responsabilità economica solidale, solamente con l’irrisorio valore del ramo d’azienda ceduto. I successivi passaggi societari, riconducibili sempre alle stesse persone fisiche rappresentavano delle manovre elusive allo scopo di fare perdere le tracce delle disponibilità economiche finanziarie su cui sarebbe stato possibile far valere le pretese creditizie. Anche un’altra società del gruppo è stata dichiarata fallita, con un passivo accertato in oltre 25 milioni di euro; in merito a questo episodio sono scattate le accuse di distrazione e di bancarotta patrimoniale oltre che documentale.

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