I 120 rifugiati sudanesi sfrattati giovedì scorso dal palazzo di via Scorticabove hanno passato la quinta notte per strada, nell’indifferenza del Campidoglio. La novità di questa mattina è che per disposizione della Questura è stato impedito ai profughi l’accesso ai servizi igienici e all’acqua della struttura sgomberata.
Con il caldo e le temperature di questi giorni un atto gravissimo contro uomini, donne e bambini, teso a fiaccare la resistenza di chiede il rispetto dei propri diritti.
L’Unione Sindacale di Base si è mobilitata fin dal primo giorno in difesa dei diritti di un gruppo che da moltissimo tempo risiede legalmente nel nostro Paese, a partire dal diritto alla casa. Chiede ora urgentemente di riattivare la possibilità di accedere alle risorse idriche e igieniche.
Occorre trovare una soluzione stabile alle necessità vitali di lavoratori che si sono ritrovati all’improvviso vittima dei maneggi di Mafia Capitale. USB chiede nuovamente alla sindaca Raggi di occuparsi personalmente e in tempi rapidi della vicenda, incontrando i profughi accampati in strada.
Anche l’Unhcr è tornata a prendere posizione chiedendo al Comune di Roma “che vengano individuate con urgenza delle soluzioni per tutti coloro che ancora non hanno una sistemazione”. L’Agenzia Onu per i rifugiati sottolinea che il problema non si ferma ai 120 sudanesi, ma coinvolge migliaia di profughi che a Roma dormono dove capita.
Unione Sindacale di Base
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