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Roma. Asia-Usb lascia il tavolo sulle politiche abitative dell’assessore Castiglione

L‘accordo proposto non è un piano casa, non rispetta la D.g.r. regionale sull’emergenza casa.

Ieri mattina è stato riconvocato dall’assessore Castiglione l’incontro per la sottoscrizione dell’”Accordo sulle politiche abitative”.
La delegazione di ASIA-USB dopo aver ribadito le proprie obiezioni, già manifestate durante la precedente convocazione quando è stato consegnato all’Assessorato un documento con le proposte di Asia-Usb per affrontare l’emergenza abitativa a Roma, ha di nuovo lasciato il tavolo perché è stato riproposto un Accordo identico a quello precedente – bocciato da più parti sociali – che non ha tenuto in considerazione nessuna delle proposte avanzate.
L’Asia-Usb ha obiettato che, nonostante sia uno dei maggiori sindacati degli inquilini a Roma, non è stata convocata ai tavoli che si sono svolti in questi mesi e quindi ha chiesto di sapere dall’Assessore con chi è stato discusso e preparato questo “accordo”, che ci è stato sottoposto non per discuterne i contenuti ma semplicemente per la firma?
Inoltre la nostra Associazione ha ribadito, come aveva minuziosamente argomentato in un comunicato la volta precedente, che quello che ci è stato riproposto alla firma non è un piano casa e che – tra le righe – si intravede il riemergere di interessi del privato a discapito di qualsiasi ispirazione a politiche pubbliche per l’abitare: le uniche che possono dare veramente una svolta nella direzione del riconoscimento di questo primario diritto.
Abbiamo – infine – richiamato l’Amministrazione al rispetto della legalità, spesso evocata quando si tratta della povera gente ma poco applicata quando si tratta dei piani di zona: gli uffici competenti devono applicare le sanzioni previste dalla legge per chi l’ha violata nei piani di edilizia agevolata (si potrebbero recuperare così 1,5 miliardi di euro per l’edilizia pubblica regalati illegalmente a società e coop.); devono rendere operativo il piano regionale sull’emergenza casa approvato nel 2014, l’unico strumento concreto – anche se parziale – per avviare un piano casa (per pura posizione ideologica la dirigenza delle politiche abitative sta osteggiando una DGR della Regione – che ha le stesse prerogative di una legge – impedendo da quattro anni di impegnare i 200 milioni ex-Gescal).

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