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Roma. Emergenza rifiuti, sulla Tiburtina i quartieri popolari si mobilitano

Una parte finale di giornata intensa, quella andata in scena ieri pomeriggio-sera in due quartieri storici che si affacciano sulla Tiburtina, Casal Bertone e Casal Bruciato, tutta intorno alla questione dei rifiuti.

A Casal Bertone, nel secondo pomeriggio, i Magazzini Popolari di Casal Bertone, la Rete di Solidarietà Popolare Tiburtina e il Comitato di Quartiere Casal Bertone sono scesi in strada per dare un segnale forte di dignità popolare e attivazione cittadina. «Ecco le foto della pulizia di oggi pomeriggio a Casal Bertone. Ci sporchiamo le mani per il bene comune, per la salute e sicurezza di tutti i cittadini in un quartiere abbandonato dalle istituzioni», scrivono dai loro profili social.

Tutt’intorno a Piazza Santa Maria Consolatrice, luogo simbolo del quartiere, frequentata da famiglie con bambini al seguito, la spazzatura è stata tolta dalla strada e rimessa nei cassonetti, mentre un contemporaneo volantinaggio informativo incontrava il ringraziamento dei residenti. «Non è semplice volontariato, vogliamo prima dare l’esempio per poi farci sentire dalle istituzioni», dicono gli attivisti ai passanti, da tempo impegnati in attività politco-sociali sul quadrante..

Diversa modalità invece in serata a Casal Bruciato. Qui, alcuni abitanti sono scesi anch’essi in strada, ma la protesta ha il segno della rabbia che prova a organizzarsi.

In via di Casal Bruciato, a piazza Balsamo Crivelli, altezza via Satta, e in via Silvio Negro, i sacchi della spazzatura sono stati gettati in mezzo alla carreggiata, di fronte a quei secchioni stracolmi che oramai emanano un odore, col caldo estivo, insopportabile. L’emergenza dettata dal mancato ritiro dei rifiuti, così come in molte altre parti della città, sta diventando insostenibile. «Vogliamo dare un segnale: intralciamo il passaggio per chiamare le istituzioni al loro dovere».

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’ultima “emergenza monnezza” capitolina. L’amministrazione targata Cinque Stelle in questi anni non è stata in grado di fornire una risposta adeguata al problema, mancando le sue responsabilità in termini di adeguamento dell’Ama, società che si occupa dello smaltimento dei rifiuti su Roma, alle necessità della città. La mancanza di personale, il persistente taglio dei finanziamenti e l’incapacità dirigenziale fanno il palio con l’inettitudine dell’entourage della sindaca Raggi di affrontare questo come altri problemi della città.

D’altra parte, la Regione targata Zingaretti-Partito Democratico, nonostante i sei anni e passa di governo, non ha mai stilato un “piano rifiuti” che potesse mettere ordine agli evidenti disagi – più volte, come dicono gli abitanti, segnalati direttamente anche alle autorità competenti. L’ultimo piano risale addirittura alla giunta Polverini, redatto quando era ancora pienamente funzionante la discarica di Malagrotta, e quindi tarato su una serie di infrastrutture non più disponibili.

Questo prolungato e reiterato silenzio è sintomo di irresponsabilità politica, e anche le tardive risposte degli ultimi giorni sembrano più il frutto della pressione di una questione diventata (in tutti i sensi) bollente, più che della volontà di fare quello per cui si è lautamente pagati: servire i cittadini.

Su questo e altri problemi, negli ultimi tempi ha provato a speculare la destra, da quella più fascistoide a quella più istituzionalizzata, ma la propaganda non ha mai risolto un singolo problema reale dei quartieri, e allora la risposta sembra poter venire solo con la diretta organizzazione di chi, quei quartieri, li vive e li abita.

E così, gli abitanti di Casal Bertone e Casal Bruciato hanno deciso che è finito il tempo dell’attesa, delle richieste inascoltate, delle passerelle elettorali, nessuna esclusa.

Inoltre, nel pomeriggio si sono visti una serie di manifesti firmati dal neo costituitosi Comitato Popolare Casal Bruciato. Un programma rivendicativo e di intervento chiaro, di poche parole, in risposta al menefreghismo istituzionale, a partire dai bisogni concreti delle persone: la manutenzione delle case popolari; l’intervento del Comune per risolvere l’emergenza della “monnezza” (arrivata a invadere l’intera uscita di un asilo, con evidenti pericoli di carattere sanitario); la messa in sicurezza delle strade e della segnaletica (circa una settimana fa, un anziano in carrozzina è stato investito sulle strisce pedonali, divenute però nel tempo invisibili); un piano serio di occupazione per un quartiere che registra tassi di disoccupazione e inattività record (mentre in città mancano moltissimi profili pubblici, che attraverso un piano assunzioni potrebbero risolvere molte difficoltà).

Ciliegina sulla torta, il Comitato Popolare avanza anche una proposta di “copertura economica” per la soluzione dei problemi, rintracciando nella trasformazione della “tassa di soggiorno” in una tassa di scopo per le periferie, la possibile fonte di finanziamento (come già avviene in altre città, per esempio Palermo).

Insomma, anche la pazienza ha un limite. “Adesso basta, organizziamoci” urla il manifesto che campeggia a Casal Bruciato. “Contro chi specula, il quartiere è di chi lo abita!”. Chissà che il riscatto della città, quella popolare, della Roma che non vuole arrendersi, non venga proprio da’e borgate de ‘na vorta.

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