Questa mattina l’ufficiale giudiziario è arrivato per il primo accesso in casa di Marina. Marina è madre di quattro figli, di cui un bambino autistico. Lo sfratto, anche grazie al picchetto solidale, è stato rinviato al 25 ottobre.
A luglio in Campidoglio Marina ed altre 5 donne si erano incatenate, sostenute da Asia-Usb per denunciare l’insostenibile situazione di chi si trova senza una casa a causa si sfratti e sgomberi o sotto la minaccia di finire per strada da un giorno all’altro.
Ma ad oggi nessuna soluzione è stata trovata al loro problema. Tantomeno a quello di Marina che certifica la politica fallimentare del buono casa e delle politiche abitative dell’amministrazione comunale.
Ricordiamo brevemente la vicenda. Marina. Dopo essere stata sfrattata da una casa privata per morosità incolpevole, attiva nel 2016 il primo buono casa con il Comune.
A giugno 2018 viene sfrattata dalla banca, che era la vera proprietaria dell’immobile sul quale il comune aveva attivato il buono casa. Marina, si rimette alla ricerca di un nuovo alloggio, invia il nuovo contratto al dipartimento comunale che aveva avallato tutta l’operazione, ma poi tutto si blocca.
Quindi, da luglio 2018 ad oggi, il comune non ha pagato l’affitto e il proprietario ha avviato la procedura nuovamente di sfratto. Nonostante gli impegni presi dall’amministrazione.
Marina è la madre di quattro figli e in una trasmissione televisiva asfaltò con straordinaria serenità ed efficacia chi continuava a sobillare la guerra tra poveri sul problema abitativo nei quartieri popolari. Con grande dignità sta portando avanti la sua legittima battaglia per avere una casa. Tra gli slogan “prima gli italiani e onestà onestà”, in mezzo ci sono le persone in carne ed ossa con i loro problemi che dimostrano la fallacia di entrambi gli slogan e che continuano a vivere senza risposte concrete ai loro bisogni.
Ma nella Capitale l’emergenza abitativa e la totale inerzia/complicità delle istituzioni – Comune e Regione su questo marciano a pari merito – continuano a produrre vergogne e macinare situazioni insopportabili.
Giovedì 26 settembre l’ufficiale giudiziario busserà nuovamente alla porta della signora Rossana, di 84 anni, che vive da sola dopo la morte della figlia con lei convivente.
Proprio a seguito di questo grave lutto la signora si è trovata in difficoltà economiche ed ha saltato il pagamento di due rate dell’affitto.
Ma nonostante abbia successivamente continuato a pagare regolarmente i canoni e nonostante si sia resa disponibile a pagare gli arretrati dovuti, l’Immobiliare Castel Giubileo sta procedendo alla richiesta di sfratto come se nulla fosse. A prima vista sembrerebbe uno sfratto, doloroso e vergognoso, ma come tanti altri. In realtà questo sfratto chiama direttamente in causa le responsabilità di Comune e Regione sulla famigerata truffa dei Piani di Zona.
L’arroganza società Immobiliare Castel Giubileo arriva infatti fino al punto di ignorare che l’acquisizione di questo patrimonio abitativo di edilizia residenziale pubblica, è in violazione della Convenzione con il Comune di Roma, che i canoni di affitto applicati sono illegittimi e che il Comune di Roma ha iniziato da oltre un anno un procedimento sanzionatorio che la società immobiliare continua ad ignorare.
Comune di Roma e Regione Lazio, chiamate da anni in causa da numerose iniziative degli inquilini e da diffide di ASIA-USB e dell’avv. Perticaro, continuano ad essere latitanti sul fronte della risoluzione definitiva dei comportamenti illeciti – su cui a breve inizia il primo di diversi processi – avvenuti nei Piani di Zona.
Questi piani, invece, erano nati, secondo la legge, per alleviare il problema abitativo di decine di migliaia di cittadini romani, ma la gestione speculativa del patrimonio pubblico dei piani di edilizia agevolata, al contrario, sta alimentando l’emergenza casa nella nostra città.
L’ASIA-USB, nel continuare la battaglia perché questo importante patrimonio torni a svolgere la funzione sociale per cui era nato, invita a partecipare al presidio di solidarietà, giovedì 26 settembre dalle ore 8,30 in via Camerata Piceno 350 a Castel Giubileo, per impedire lo sfratto della signora Rossana.
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