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Anche nel Lazio la sanità… è malata. Il fallimento della aziendalizzazione/regionalizzazione

Per chi si ostina a dire che qui nel Lazio siamo usciti dal commissariamento e che si stanno facendo i concorsi per le assunzioni, ebbene non è così!

C’è la graduatoria dei vincitori del concorsone del Sant’Andrea fatto a Luglio per gli infermieri , ma nessuno ha preso ancora servizio da nessuna parte. Al Policlinico Umberto I, il direttore generale ha appaltato il servizio per circa 700 figure fra Osa, Oss e infermieri ad una cooperativa per 3 anni, quindi continua, l’esternalizzazione del Servizio pubblico!

In Ares 118 stiamo aspettando come il pane il concorso per autisti, ma è stato rinviato e nel frattempo si continua con le esternalizzazioni, accorpando le postazioni! Manca il personale tutto, ovunque in tutta Italia, mancano i posti letto, non solo di Rianimazione e proprio con l’emergenza Covid 19, tutte le carenze denunciate da anni stanno venendo fuori, perché si stanno accentuando i disagi, non solo per i pazienti, ma per tutti gli operatori, che fanno turni su turni e ce ne vengono richiesti ancora!

Le linee telefoniche del 112 e del 118 sono intasate, così come lo sono le linee telefoniche del Centro Regionale di riferimento per le malattie infettive, cioè dello Spallanzani.

Stanotte a me è stato passato un sospetto caso di Covid-19 e a parte il fatto che sono stata mandata dal mio territorio di Roma Nord, che comprende il XIV e XIII Municipio , al II Municipio, chiamata la Centrale per confermare che il caso era fortemente sospetto, siamo stati fermi in ambulanza per strada, tutti bardati con le tute e i dispositivi di protezione, perché non si riusciva a comunicare con lo Spallanzani! Insomma, dall’una di notte siamo arrivati oltre le 3:00 allo Spallanzani e poi ritorno in postazione alle 3:45, ma udite udite, ci siamo dovuti pulire/ sanificare l’ambulanza da soli perché non esiste un servizio ad hoc. Non è previsto, semplicemente, ditemi dove sta l’efficienza di certi protocolli!

In definitiva per un caso sospetto, tra riffa e raffa, abbiamo potuto riattivare la macchina solo alle 5: 50! Unica macchina medicalizzata per coprire un territorio vastissimo, di oltre 300.000 abitanti!

Ora, sia come sindacalista, sia come vicepresidente area centro Italia per la SIS118, sia come attivista politico, mi chiedo se i politici e soprattutto il Ministro Speranza sia a conoscenza di tutte queste difficoltà, che sono sempre in capo ai lavoratori della Sanità Pubblica e mai come in queste circostanze emerge la necessità di un Servizio Sanitario che deve essere Nazionale.

Mai come in questa emergenza epidemica si sta evidenziando il fallimento della Regionalizzazione e dell ‘Aziendalizzazione , sarebbe ora di ammetterlo!

Peccato che il Ministro sia inavvicinabile essendo circondato da un cordone di sicurezza, al solo scopo di non fargli conoscere la realtà di chi in Sanità Pubblica ci lavora davvero e ne conosce tutti i particolari, comprese le incapacità organizzative e cliniche e non si limita a fare protocolli!

Il benessere dei lavoratori del mondo della Sanità Pubblica non viene mai tenuto in debito conto, non bastano i ringraziamenti generici, si chiede di essere ascoltati per illustrare i fatti e i dati reali, le statistiche le lasciamo a chi lavora coi numeri, non con le persone.

La Sanità Pubblica deve essere Nazionale, con un congruo finanziamento, perché in Sanità più di ogni altro settore vale il vecchio detto ” chi più spende, meno spende”.

*medico dell’Ares 118, attivista di Potere al Popolo

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1 Commento


  • pierluigi

    Bisogna che chiediamo con forza la requisizione della sanità privata senza indennizzo come primo passo perchè avremmo subito a disposizione strutture e personale sanitario;questo deve avvenire a livello nazionale con centralizzazione statale

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