Una ripartenza sconclusionata annunciata dal Governo, su sollecito di una Confindustria agguerrita, mette a dura prova una situazione dei servizi pubblici a Roma disastrosa nel “periodo di pace”.
Il servizio TPL è stato abbandonato a sé stesso mentre la città aumentava le sue dimensioni, la flotta degli autobus, dei tram e gran parte delle vetture della metropolitana ha continuato a invecchiare senza essere sostituita, raddoppiando la sua età media in meno di dieci anni. Il tutto ulteriormente aggravato dal taglio dei costi nelle manutenzioni, anche per via di appalti al ribasso come quello della manutenzione delle scale mobili.
A monte di questa situazione c’è il crollo degli investimenti in mezzi e infrastrutture. Per anni sono stati quasi azzerati i finanziamenti statali in conto capitale e i vincoli imposti dal Patto di Stabilità Interno hanno compromesso i finanziamenti degli Enti Territoriali al TPL.
Oggi emerge la totale incapacità di una classe politica che non riesce a gestire i servizi, proprio a causa dei tagli e del definanziamento, in mezzi e personale, degli anni passati.
Soluzioni all’orizzonte? Nessun piano di investimento e pianificazione a lungo termine, navigano a vista. Sono uscite timide dichiarazioni per proporre una tariffazione aggiuntiva nell’ora di punta, ovvero il rincaro del biglietto per chi si muove per lavoro. Un’indecenza. Stanno facendo ancora una volta pagare la crisi ai lavoratori, a chi non arriva a fine mese.
D’ora in poi dobbiamo pretendere un’inversione di tendenza. Nulla deve essere più come prima.
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