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Asl Roma 2: basta con gli appalti e le gare al ribasso

Non c’è dubbio che la crisi sanitaria ha evidenziato quanto i tagli alla sanità susseguitisi negli ultimi 20 anni e le continue esternalizzazioni di servizi essenziali strettamente connessi ai servizi sanitari, abbiano pesato notevolmente sulle difficoltà che hanno mandato in tilt tutto il sistema sanitario nazionale.

Il risultato delle privatizzazioni del nostro sistema sanitario nazionale ha inoltre rappresentato uno stato di arretramento delle condizioni di lavoro e salariali del personale sanitario e di tutti quei lavoratori esternalizzati che contribuiscono al buon andamento delle strutture ospedaliere e sanitarie, come le lavoratrici e i lavoratori del pulimento.

Ma anche questa pandemia Covid19 non è servita – al momento – a far invertire la rotta, visto che le ASL continuano ad effettuare tagli anche a servizi più che mai fondamentali per contenere il contagio, come i servizi di pulizia e sanificazione degli ospedali e dei presidi sanitari territoriali.

Parlare solo di una rivisitazione del sistema in conseguenza della pandemia facendo riferimento solo all’ampliamento dei servizi territoriali ed ad una maggiore integrazione di questi con quelli ospedalieri, non è assolutamente sufficiente a garantire una inversione di rotta.

Il processo di privatizzazione del settore – e l’esternalizzazione dei servizi come strumento di eccellenza del processo di privatizzazione – non può essere ostacolato solo con il ridimensionamento del privato accreditato (ecclesiastico compreso) e con l’aumento dei posti letto; occorre ridisegnare una articolazione dei servizi che non parta dalle modifiche del

codice degli appalti ma dall’abbattimento dei fattori di rischio a tutela del bene salute dei pazienti.

Il caso delle infezioni crociate ospedaliere ben si lega con la recente drammatica esperienza della pandemia e non può essere più eluso per la necessità di sopravvivenza delle cooperative di pulizia legate a doppio binario ad interessi partitici e privatistici.

Le pulizie (intese come atti di sanificazione e garanzia di igiene) sono un elemento caratterizzante il processo assistenziale diretto al paziente, sia in caso di prevenzione che di cura o di riabilitazione. Relegare tale importante funzione a squadre di persone sottopagate e sfruttate che percepiscono uno stipendio da fame, che non sono sottoposte a processi

formativi continui ed adeguati, significa delegare il valore del bene salute alle politiche di sfruttamento. Non è più accettabile che le pulizie in ambito sanitario continuino ad essere oggetto di gare al ribasso, di appalti al miglior offerente, di procedure e protocolli inesistenti, di tecniche ormai desuete, di scarsi o assenti controlli di verifica – che peraltro dovrebbero essere certificati e validati da soggetti esterni indipendenti e non certo interni – il tutto per il gioco di contenimento della spesa.

La salubrità degli impianti sanitari deve tornare ad essere una priorità del processo assistenziale per essere efficace e adeguata nelle terapie intensive come nelle corsie ospedaliere, nelle sale operatorie come negli ambulatori.

La Asl Rm2, che comprende gli ospedali Sandro Pertini, Cto Sandro Alesini e Sant’Eugenio, oltre che i presidi sanitari territoriali, ha ritenuto di aggiudicare la gara di pulizia e sanificazione, con un taglio al servizio del 40% e di un terzo del monte ore, alla società Euro § Promos fm spa. non è difficile immaginare per i lavoratori impiegati nell’appalto – in prevalenza donne con uno stipendio ridotto alla soglia di povertà – un rischio concreto di vedersi, ancora una volta, ridotto ulteriormente lo stipendio. la asl sta tentando di correre ai ripari, promettendo una estensione del capitolato attraverso l’assegnazione di servizi aggiuntivi, ma siamo certi che, anche in caso di una estensione dei servizi, non si riuscirà ad integrare il 40% di taglio.

Ciò significherà un contraccolpo al salario dei lavoratori e nonostante le rassicurazioni – un rischio per i livelli occupazionali.

La Regione Lazio deve intervenire velocemente e senza indugio per modificare questo sistema incivile ed ingiusto di gestione dei servizi di assistenza sanitaria e la Asl Rm2 tornare sui suoi passi, revocando il taglio ai servizi di pulizia e sanificazione, a garanzia dei lavoratori e della collettività.

Per l’unione sindacale di base il processo di reinternalizzazione dei servizi più direttamente legati all’assistenza sanitaria è un elemento imprescindibile per la riorganizzazione del mondo sanitario.

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